Il Tassini assume d'improvviso un certo discorso d'irre orre che non garbeggia molto. Ho già fatti varii quesiti in proposito alla Direz.e del debito pubblico; e se posso averne le risposte, come mi sono state promesse, prima della partenza del corriere d'oggi, te le aggiungerò qui sotto. Altrimenti ad aliam. - Circa poi alla alienabilità della vendita, oggi il Governo é poco in credito, e perciò appena si potrebbe ricavare un 75 per 100 capitalizzato il frutto al 5. Mi spiego? Ogni Sc. 5 di rendita sono riguardati rappresentare un capitale di scudi 100. Orbene questi scudi 100 oggi diventano 75, ed anche meno per chi vuole evitarli: eppure in commercio era già arrivato il consolidato romano al 105 per 100, e il Milanese al 100, cioè alla pari. Ma ora...
Aspetterò dunque che tu abbi fatto alla tua elegia, i cambiamenti che stimi convenienti, e, avuti questi, metterò tutto nella sua lezione e busserò alle porte degli Odescalchi. Va bene così?
Davvero la Circolare mi sa di muffa.
Credi l'A.A. miglior dicitore?
Mi congratulo teco pel ristabilimento del tuo bel Torquatello che mi abbraccerai, come abbraccerai anche il futuro mio santoletto Amantino dal viso dell'Armi. È più così serio? Sant'Anna aiuti la tua Clorinda.
Mariuccia ti fa le sue sincere condoglianze e ti esorta con me alla rassegnazione.
Addio, addio. Ti abbraccia il tuo Belli.
Di Roma, l'ultimo dell'anno 1831
LETTERA 132.
A GIACOMO FERRETTI - ROMA[4 gennaio 1832]
Mio caro Ferretti
Eccoti la introduzione. Leggila, e dimmi il tuo parere; perché il criterio tuo mi sta per cosa non comune. Ti accludo anche due altri sonetti che l'ha fatti chi jje pare e ppiasce. Riprenderò tutto lunedì 9 verso le 3 1/2 pomeridiane, alla qual'ora sarò da te, purché il tempo non vada all'estremo del cattivo, e neppure a quello del buono, lo che in inverno è peggio forse che il tristo per un cerotto mio e tuo pari.
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