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      Ginnasi come tutore etc., e non rudamente Michele Ajani dacché un fanciullo degli Orfani non fa certo quello che gli agenti ufficiali di Cambio dovettero presentare al Censore del Debito pubblico insieme col procuratore Tassini quali persone illis notae. Mi resta dunque di parlare con Mons. Ginnasi; e poi se il di lui pupillo non fu il compratore, come io credo, dimanderò all'Amm.re del Debito pubblico come sia che si vendano rendite pubbliche a nomi mentiti, ad incogniti. Ci riudiremo. Intanto tu vedi se tu avessi costì più fortuna con l'altro baron fottuto amico del baron fottuto Tassini.
      Non ho avuto il tuo anello: per ciò non mi sono ancora mosso per la cornice etc.
      Conosci tu la seguente sciarada del fu Giulio da Pesaro? La riportava un numero del giornale delle dame sul finire del 1831. Così mi fu detto da chi me la recitò.
     
      Città Greca è il mio primo illustre al Mondo.
      Si fa bianco per gli anni il mio secondoPenetra il tutto mio dentro il cervello
      Od in un buco che il tacere è bello.
     
      Quando avrai tempo e cuore mi manderai la tua variante alla elegia di Properzio, ed io farò fare il rinaccio: pregherò l'Odescalchi perché lo si faccia. Sei ancor padre in 4°? Come è finita la faccenda Ugolinesca? Sei Deputato? Lo Zurla che disse?
      Epigramma di autore a me cognito, per la occasione in cui fu da Bologna mandato oratore alla S. Sede il poliglotto Mezzofanti, (ora prelato).
     
      Sagacemente invia Bologna a Roma
      Un orator che intende ogni idïoma:
      Ché a Roma, a farsi onore,
      È d'uopo un oratoreChe sappia delle lingue almeno quelle
      Parlate nella Torre di Babele.
      Il tuo Califfi
      alias 996
     
      LETTERA 134.
      A FRANCESCO MARIA TORRICELLI - FOSSOMBRONEDi Roma, 2 febbraio Candelora del 1832
      Mio caro Torricelli
      È vero il tuo precedente annunzio, in fieri, della consegna di un anello a un corriere; ma poiché di tutti i caricamenti de' corrieri si manda dall'Ufficio postale un avviso ai domicilii, la mancanza di questo avviso mi fece supporre che la consegna non fosse accaduta de facto, e tu avessi mutato mezzo di spedizione.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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