Fa una cosa: scrivigli una lettera dicendogli tutta la cosa netta e tonda quale da me si è scoperta, e finisci per minacciargli una querela criminale. Vediamo un poco di spaventarlo, se ne potesse cavare un costrutto.
E ti abbraccio di tutto cuoreIl tuo 996
LETTERA 136.
A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Fossombrone, 10 maggio 1832
Mia cara Mariuccia
Due righe per annunciarti il ricevimento del pacco da te inviatomi. Esso contiene appunto ciò che io desiderava: e mi pare bene che io errai nel chiedere due paia di stivaletti bianchi, giacché trovo che le due paia più nuove, fatte l'anno scorso, sono le cenerine di tela russa e quelle di nankin naturale. Sono sempre in attenzione della risoluzione che prenderà Pippo Ricci sull'invio degli Sc. 40 che tengo per lui, siccome gli scrissi il giorno 3 corrente, nel qual giorno ne scrissi contemporaneamente anche a te col mio n. 3. Domani o dopo domani vado a Pesaro con Torricelli, e ne ritorneremo dopo due giorni conducendo la di lui suocera ad un casino di campagna che Torricelli ha in questi contorni, ed ove passeremo tutti insieme un mese.
Avrai udito che in Ancona accadono de' sussurri, ed i Carabinieri sono rinchiusi e guardati dai francesi. Pare che tutto provenga dalla imprudenza di un ufficiale di quel corpo, il quale all'istanza un po' viva di certi cittadini che chiedevano la restituzione di un ottonaio carcerato per fabbricazione d'armi vietate, si vuole che corrispondesse con un colpo di pistola il quale uccidesse un uomo che usciva di chiesa pe' fatti suoi. Il popolo parve molto indignato. La frequenza di simili sconcerti pei diversi luoghi dello Stato non può essere favorevole al ristabilimento della buona intelligenza reciproca, tanto necessaria pel ritorno di un ordine desideratissimo, al quale ciascuno dei partiti dovrebbe cospirare, cooperando col sagrifizio d'una parte del proprio orgoglio e del sommo diritto che affaccia.
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