A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Fossombrone, 16 giugno 1832
Godo assai, mia cara Mariuccia che finalmente questa tua da sì lungo tempo sospirata gita di Monte Cavi sia pure accaduta. Ma se io debbo dal tempo che qui fece giovedì 14 arguir quello che avrà fatto in que' paesi, dovrei temere assai del buon esito della tua allegriata, imperocché qui soffiò tutto il giorno un turbine furiosissimo. Basta, voi altri non sarete stati sciocchi di avventurarvi. Lo avrei voluto vedere quel caro Ciro sul somarello! Ci fu alcuno che prendesse possesso? - La Contessa cominciò ieri ad alzarsi per una oretta. Essa ti saluta e così Torricelli. Anche egli è stato alcun poco malato. Un po' più di lui lo è stata una di lei figlietta, e più di questa la cameriera della Contessa: tutti contemporaneamente. - Il mio dito si è sciolto e scrivo bene da me. - Bravo Cardinali! me l'aspettavo! - Salutami tutti gli amici, dà mille baci a Ciro nostro, e ricevi da me il solito affettuoso amplesso.
Sono il tuo P.
LETTERA 143.
A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Fossombrone, 19 giugno 1832
Mia cara Mariuccia
Il racconto della tua gita mi ha fatto passare una bella mezz'ora, benché avrei amato udire che ti avesse fatto lo stesso buonpro che al nostro amatissimo Ciro. - M'indovini per aria e poiché lo comandi, ecco per ora in succinto la narrazione del fatto. Il pretesto del dito e tutto il resto fu un puro artificio per non metterti in pena. Ora pare tutto finito. Il 4 mi posi in letto con febbre ed infiammazione di gola, presa collo star sempre in casa e in vetrina. Dal 4 all'11 mi fecero 9 sanguigne dalle braccia e una dal piede. Il giorno 17 mi attaccarono 17 mignatte alla gola e il giorno 11 altre 53 nel medesimo sito. Jeri al giorno mi alzai un poco dopo di avere avuto per 15 giorni a' miei fianchi sempre il medico il chirurgo e lo speziale.
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