Già egli parla di Terni e delle sue strade, come di Roma; e mostra una prontezza tale che credo non avergli mai scoperta dapprima. Le mangiate e le dormite son come quelle d'Albano, e sta rosso e duro come una mela rosa. Ieri fu, come ti dissi, al sasso di S. Paolo, e tornato a casa imitava con salti e suoni di bocca il rumore e il moto di quel fenomeno d'acqua. Oggi è andato a S. Martino, al Monumento, alla Madonna del Rio, e verso la strada di Piedelmonte. Antonia e Domenico gli sono sempre al fianco: io per verità faccio il poltrone. -
Finisco col pregarti nuovamente a star del migliore animo che puoi. Tutti ti salutano, e Ciro ti bacia la mano chiedendoti di nuovo la benedizione. Io ti abbraccio di tutto cuore; e sono al solitoil tuo P.
LETTERA 150.
A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Perugia, giovedì 25 ottobre 1832
Mia cara Mariuccia
Partiti ieri mattina da Terni arrivammo ieri a 22 ore e mezzo a Fuligno, dove girammo alquanto per far vedere alla mia gente la Città e i guasti del terremoto. Dopo bene albergato si è ripartiti questa mattina a giorno e alle ore 11 antimeridiane eravamo già qui in Perugia distante da Fuligno 22 miglia. Tutto è andato benone. Smontati appena in locanda è venuto a vederci Biscontini il quale ha fatto tutti i patti col locandiere e ci ha assistiti a pranzo. Dimani pranzerà con noi: noi poi andremo per un paio di giorni alla sua villeggiatura. - Ho mandato alla posta, e infatti eravi la tua del 23 con l'inclusa carta bollata che ti rispingo firmata. Circa alla assicurazione ci avrei sempre badato benché tu non me lo avessi detto. - Ho già parlato col sarto e col calzuolaio. Il primo farà a Ciro un abito nero, due pantaloni e gilè simili (tanti ne fanno gli altri) soprabito e pantaloni di borgonzò e feraiuolo simile: il calzuolaio poi gli farà due paia di scarpe.
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