Questa è una cosa che dà molta molestia a tua madre ed a me; ed io sopratutto, amante rigidissimo delle discipline stabilite e convenute, non posso vedere senza molto rammarico che l'inosservanza di una di esse cada appunto sopra un articolo che valse fra gli altri a determinarmi al distaccarti da me. Due lettere al mese, siccome prescrive il regolamento del Collegio, se non sono sufficienti a consolare un padre della lontananza di un unico figlio, bastano pure a fargliene sostenere il danno, in armonia colla idea della educazione a cui i genitori pospongono la contentezza della presenza de' figliuoli loro. Mi farai pertanto cosa gratissima, mio caro Ciro, se pregherai in mio nome chiunque attualmente dirige la tua piccola segreteria, di mantenere in te una diligenza di carteggio che non abbia mai più a rinnovarmi il rammarico di richiamarti a memoria un punto per me del massimo interesse. Abbiti, figlio mio, gli abbracci e le benedizioni della tua Mammà, ed i saluti singolari di ciascuno degli amici e della famiglia. Sono con la solita tenerezzaIl tuo aff.mo Padre
LETTERA 159.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, sabato 9 marzo 1833
Mio caro figlio
È precisamente accaduto quello che avvenne la volta precedente. Lo stesso giorno in cui io scriveva a te fu quello della tua data nello scrivere a me. Spero però di averti in modo manifestato le mie idee, che quindi impoi il nostro carteggio tornerà ad essere e si conserverà regolare. Di molto conforto mi è riuscito il sapere da te l'allegro modo col quale si è nel tuo Collegio trapassato il tempo carnevalesco, e quanto i goduti passatempi abbiano contribuito al ricrearti l'animo e al confortarlo a nuove prove di coraggio nello studio, resoti ormai dall'abitudine più piano ed aggradevole. Così è, Ciro mio: i sollazzi sono allo spirito quel ch'è il cibo al corpo.
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