Il nostro figlio aveva in capo un berretto di lanetta nera, che era mio, e glielo regalai quest'ottobre nel suo ingresso all'instituto. Mi piacque di vedere che ancora lo conservi. Questa mattina gli ho fatto la visita del giovedì, giusta il costume, e gli ho letto le cose a lui appartenenti della tua lettera del 3. Egli le ha udite con molta attenzione e ilarità, e poi se l'è volute rileggere da sé, dicendomi infine: Papà ringraziate la Mamma a nome mio, ditele che stia bene, e che io Le do tanti baci e le chiedo la benedizione. E dopo incaricatomi de' saluti per Antonia e per tutti gli altri, ha finito con due zompetti. Qui sopraggiunsero i Sig.ri Presidente e Rettore, che gli fecero mille carezze, e m'incaricarono di dirti mille cose da loro parte. Il Sig. Pres. Colizzi poi aggiunse che per ora sarà difficile assai che possa farti in Roma un'altra visituccia. Circa all'affare Costanzi va bene. Io seguito sempre a ripetere quanto ti dissi, cioè che il Signor Fabj di lui curiale non venne a parlarti che per cercare di pescare qualche altro vampiro da opporti. Intanto però non so cosa vorrà sostenere. Di Bertinelli nulla mi fa specie, e non so come quell'uomo vorrà cavarsela da tante pastoje nelle quali tiene avvolti i piedi. - Povera Angelica! Quella è una donna perduta. Evviva la spenditrice universale! Ti costerà fatica, ma ne uscirai di certo con onore. Fa' i miei complimenti con lo sposo. - Vado a scrivere a Terni intorno a Canale, e vedremo che si potrà fare. Del resto tu hai operato molto e bene a questo proposito.
Se ti dovessi raccontare al vivo l'acqua che qui cadde tutto jeri e il furioso temporale di questa notte, farei opera inutile per la sua difficoltà. L'acqua si è mangiata nella nottata una strada che si faceva di nuovo, e i tuoni saranno stati un migliaio.
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