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      Almeno dicono che morisse a sospetto di fuga. No, lo dico seriamente e con dispiacere: fu colpito d'apoplessia e morì sul palco. Ferretti lo avrà conosciuto. Salutamelo il caro Giacomo, o fammelo salutare con tutta la famiglia. Stanno tutti bene?
      E salutami Biagini, Ricci, Piccardi e suoi, tuo padre, tuo fratello, Lepri, Pulieri, Rosani e chi ti pare, ché pare anche a me.
      E ti abbraccio.
      Il tuo B.
     
      LETTERA 172.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Perugia, 3 settembre 1833
      Mia cara Maruccia
      Rispondo alla tua del 31 passato agosto. Domenica vidi Ciro nostro, il quale si dispone pel saggio pubblico che sarà giovedì 5 corrente alla mattina. Nel dopo pranzo della seguente domenica succederà la solenne premiazione. Egli è giudicato già degno di premio: credo però che il successo debba dipendere da un bussolo con qualche altro di eguale suo merito. In ogni modo l'onore sarà sempre lo stesso. Vado facendo eseguire d'accordo col bravo guardarobiere varii lavori nel corredo di Ciro pel mezzo-tempo e pel futuro inverno, stagioni che qui sono molto distinte l'una dall'altra. A cose fatte ti darò ragguaglio di tutto quanto è stato giudicato necessario di fare. Questo guardarobi e il cameriere della Camerata sono due veramente eccellenti giovanotti, ed io alla mia partenza li rimunererò con un'altra mancia delle premurosissime attenzioni che mostrano al nostro caro figlio. Dalla mia precedente avrai udito quando arriverà a Roma il vetturale. Va benone intorno alle vedute di Roma etc, e ne ringrazio te e l'ottimo Biagini che mi saluterai tanto tanto. Mi ha consolato la guarigione di Mazzarosa, come seguita a rattristarmi lo stato infelice della povera Angelica.
      Qui è caduta la neve sulle montagne di confine, e fa molto freddo. Ciro ti bacia la mano, ti abbraccia, e ti chiede la benedizione. Saluta poi Antonia e tutti.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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