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      Vedi, cara cugina, come ancora fra le gioie possano trovarsi pensieri di malinconia. Ma e poi perché? Se io sarò vecchio, lo saranno tutti quelli che vivranno di poi, e beato chi guardando sui giorni vissuti non vi troverà vergogna che lo faccia arrossire. Dunque, innanzi, e ciascuno adempia alla propria missione.
      Se le tue nozze accadessero verso la fine di ottobre, o almeno a mese inoltrato, io spererei di trovarmi personalmente ad accompagnarti all'altare. Se poi dovrà accadere altrimenti, mi contenterò in arrivando di salutarti Matrona.
      Avrai avuto in mia casa notizie del mio Ciro, e delle belle speranze ch'egli mi dà.
      Salutami testa per testa tutti i tuoi, e in favore della circostanza i saluti pel caro Balestra sien due, e più se ti piace reiterarli. Sono veramente pago di averlo preso parente.
      Perdoni, Signora Sposa, la confidenza cuginale di questa mia lettera, e mi creda sempreSuo aff.mo cugino G. G. Belli
     
      LETTERA 176.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Perugia, 24 settembre 1833
      Cara Mariuccia
      La guarigione di Ciro mi ha per due ordinarii trattenuto dallo scriverti, onde, non essendovi più un urgente bisogno di carteggio in tutti i corsi postali, rimetterci in regola. Rispondo pertanto oggi alle tue carissime de' 17 e 21. Comincerò dal dirti che Ciro seguita a star bene, anzi mi dice il cameriere che neppure gli fa più i bagnoli. Io l'ho veduto fin qui ogni giorno, e nel solo sabato scorso che non lo vidi, lo incontrai alla Università dov'è l'esposizione del concorso annuale e triennale delle belle arti. Giovedì 19 non solo non andò Ciro in campagna ma non ci andò neppure nessuno del collegio, stante il pessimo tempo. Vi andarono però jeri, ed io li vidi tornare. Ciro era tutto vispo e contento. Ti dice egli al solito mille cose affettuose, baciandoti la mano e dandoti i saluti per Antonia, etc. etc.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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