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      Su questo dunque ci siamo intesi.
      Torna a riverire in nostro nome i tuoi Sig.ri Superiori: ricevi i saluti e i rallegramenti di tutti quelli che ti conoscono: seguita a star bene, e fatti onore. Ti abbraccio e benedico insieme con Mammà, e sono il tuoaff.mo padre
     
      LETTERA 195.
      ALLA MARCHESA VINCENZA ROBERTI PEROZZI - MORROVALLEDi Roma, 31 luglio 1834
      Cara amica,
      non mi fate passeggiare per una ridicolezza di sessanta baiocchi. Nell'ultima vostra, data di Morrovalle, luglio 1834 mi diceste: nell'ordinario ventuno ve li spedirò etc. Il fatto è però che sino a questo giorno non è venuto niente in nessun ordinario. Che questa gran somma l'aveste tenuta voi o l'avessi avuta io, era indifferente, ma poiché mi annunziate l'impostamento, in tal caso è meglio che l'abbia io anziché la tenga il pubblico ufficio. Vedete dunque se la Posta di Macerata abbia spediti questi benedetti sei paoli, e in caso che sì, annunziatemi il giorno della spedizione onde farla nota a questi Ministri che la niegano. Io vi sto seccando per simile inezia, ma convenite che nella circostanza attuale farei male a lasciar correre, onde regalare dei paoli alla Ill.ma Amministrazione. Neppure io godo di tener dietro a certa sorta di affaroni.
      Al ritorno della vostra risposta io non sarò più in Roma, partendone dopo dimani. Ma ci sarà chi farà per me secondo che Voi vi compiacerete indicarmi direttamente, di che poi mi si darà avviso dove io potrò ritrovarmi. Salutatemi tutta la Vostra famiglia, compreso il Sig. Giuseppe vostro suocero e credetemi il vostro affez. a.co e serv.reG. G. Belli
     
      LETTERA 196.
      A MARIA CONTI BELLI - ROMADi Perugia, martedì 12 agosto 1834
      Mia cara Mariuccia
      Partito da Terni colla diligenza domenica alle 2 dopo il mezzodì arrivai a Fuligno la sera alle 9 circa, e vi passai la nottata. Ieri mattina poi, volendo proseguire il viaggio per questa Città, non trovai un posto, e ad un'ora dopo il mezzogiorno dovei prendere un legno, altrimenti andavo a rischio di consumare a Fuligno il risparmio che volevo ragionevolmente fare nella vettura.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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