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      Ma ti pare mostrare un buon cuore col dimenticare così ogni dovere di amore, di rispetto e di gratitudine? Ciro mio caro, tu hai una mente troppo leggiera, la quale non si risente che di momentanee impressioni. Bisogna dunque studiarsi di correggere una inclinazione naturale che frutta vivi dispiaceri a noi per adesso, e che un giorno ne frutterà a noi insieme e a te medesimo. Sappi che la tua povera Mammà, la quale non pensa che a te, rimase jeri assai afflitta della tua colpevole dimenticanza. Per rimediare alla meglio al tuo errore io ti consiglio di diriggere a Mammà stessa la prima lettera che tu scriverai, chiedendole scusa di un fallo che il nostro amore vuole ben credere involontario. Spero io poi che in quella lettera a Mammà non sarò scordato io alla mia volta. E scrivila bene.
      Circa ai regali, de' quali mi ringrazii, hai preso un equivoco grosso. Noi questa volta non ti abbiamo mandato che il fazzoletto nero da collo e la Rosa de' Venti. Tutto il resto fu dono del buon Domenico, il quale non dev'essere frodato della tua gratitudine.
      Antonia è ritornata prima di Domenico, molto afflitta dal non aver potuto passare per Perugia onde rivederti.
      Ringrazia in mio nome il degnissimo Signor Rettore della di lui lettera e di ciò che in essa mi dice e m'invia: e riveriscilo distintamente, come ancora il Sig. Presidente Colizzi.
      So che quest'anno ai tuoi studi si è aggiunta la Storia, che è la prima maestra della vita.
      Applica dunque, sii buono, e ricordati di noi.
      Ti benedico ed abbraccio di cuore.
     
      Il tuo aff.mo padre
     
      LETTERA 203.
      A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 23 dicembre 1834
      Mio caro e carissimo figlioNon potevi farmi una più grande sorpresa di quella che ho da te ricevuta nella tua lettera latina, la quale sebbene io medesimo avrei conosciuta improntata dell'opera dell'ottimo Sig.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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