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      Così, eseguendo i pezzi di studio potrai divertirti, ed acquisterai franchezza e profondità.
      Non dubitare, Ciro mio caro: nel prossimo giugno qualcuno di noi verrà a vederti. Ancora non si è potuto risolvere chi verrà, perché la tua Mammà ha moltissimi impicci, ed io faccio una cura il di cui tralasciamento potrebbe nuocere a quella salute che pel mezzo di essa mi pare di andare riacquistando. Qualcuno ad ogni modo verrà: stanne tranquillo. Siccome peraltro questa venuta non potrà accadere che intorno alla metà del mese, fammi il piacere di informarti dal guardarobiere se si possa ritardare fino a quell'epoca il rinnovamento degli oggetti di vestiario de' quali mi scrive il Sig. Rettore aver tu bisogno per la stagione estiva. Che se di qualche cosa avessi tu urgenza, ad un cenno che tu me ne dia io pregherei qualcuno a Perugia onde se ne incaricasse al momento. Intanto al principio della ventura settimana credo che potrò mandarti i fazzoletti.
      Segui a leggere, Ciro mio, la vita di Cicerone, e fa' di divenire tu ancora un Ciceroncino.
      Riverisci da parte di noi due il Sig. Rettore e il Sig. Presidente, e ricevi i nostri amplessi e le nostre benedizioni.
      Sono il tuo aff.mo padre
     
      LETTERA 210.
      A GIACOMO FERRETTI - CIVITAVECCHIARoma, 28 maggio 1835
      Caro Giacomo, alias Jacopo
      Non so dirti quanto e quanto piacevole mi sia giunta jeri sera la tua del 24. Dopo due giorni dalla tua partenza io mi recai in tua casa in cerca di notizie ed ebbi quelle del tuo proprio arrivo. Da quel tempo in poi non aveva altro saputo. Veramente io poteva tornare a dimandarne, ma non l'ho fatto, e mea culpa. - Chillo strafalario de lo Sig. Tomasiello Galluzzo mi portò i tuoi saluti una sera prima dell'arrivo della tua lettera. - Anche qui il Signor Giove si fa onore sotto le invocazioni di tonante e di pluvio.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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