- De' teatri che ti dirò? Tu ne saprai forse più ancora di me che non vi vo mai. Sento però che Argentina se la batte con Valle. Canes cum canibus facillime congregantur. Circa alla salute della tua buona famigliuola avrei voluto una parola sola: BENONE: ma la spero in seguito. Già, pel giorno 10 o circa mi prometto di udirla dalle vostre stesse e vive voci. Io sto piuttosto benacchette col pollastro. - Il Cianca ti saluta, il Cecco purzì e Mariuccia figùrati. - Ho scritto pel giornale di Perugia un non breve articolo sui Bagni di Lucca del chiarissimo Conte di Longano, che Iddio tenga lontano. Udremo che ne dirà la censura. Ti mando intanto 42 versi di un amico tuo. Costì siete in cinque preteriti: all'uno o all'altro potranno servire. Ti abbraccio toto corde, dico mille cose affettuose, alla tua famiglia e sono il tuoBelli
Quarantadue versi di Novecentonovantasei
AL PRINCIPE MARCO ANTONIO BORGHESENEL GIORNO DELLE SUE NOZZE
Io non so qual tu sia, perché la sorteTanta, o Marco, fra noi pose distanza
Di quanto cede mia povera stanzaAllo splendore di tua nobil corte.
Ma pur, se il testimon della sembianzaPuò del costume far le genti accorte,
Una non t'hai di quelle anime morteDi codardia nel fango e di baldanza.
Però il secondo de' tre dì solenniDi tutto il corso dello uman viaggio
Non con lusinghe a festeggiar ti venni.
Prence, ricorda quanto indegno oltraggioFaresti al mondo, se il valor che accenni
Non scendesse per te nel tuo lignaggio.
PER LA CAUSA SFORZA
Sotto gli auspicii di cotal che adorna,
Bestemmiando, l'umano col divino,
Nell'arena rotal Giulio Sforzino
La quarta volta a battagliar ritorna.
Crede il Mondo però, seppure non tornaLo inchiostro in latte e l'acqua fresca in vino,
Che don Giulio e donn'Anna e Don Marino
Saran disfatti e n'avran mazza e corna.
E tempo è ben che cessi il vitupero
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