Ma i tuoi Maestri non ti dividono eglino forse quel torrente di giorno in giorno in sottili facili ruscelletti? Resisti, persisti, Ciro mio, e vedrai la verità del proverbio gutta cavat lapidem.
Circa alla spazzola pel pianforte hai ragione, ma non se ne sono mai trovate da questi spazzini che ci dicevano aspettarle di Germania La ho dunque ordinata, facendone io un modelletto, ad uno di questi nostri stupidi e negligenti artigiani di Roma. Appena avuta te la spedirò.
Mi hai salutato in nome della Signora Cangiani: m'immagino che avrai voluto dire Signora Cangenna. Se vedi o Lei o il Sig. Luigi Micheletti, ritorna loro i miei ossequi. Riverisci i tuoi Signori Superiori e così i Sig.ri Maestri Speroni e Fani. Mammà ti abbraccia e benedice. Gli amici di casa e i domestici, particolarmente Antonia, ti salutano. Sono di cuoreil tuo aff.mo padre.
LETTERA 218.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 15 settembre 1835
Mio carissimo figlioEbbi in tempo la tua dell'8 corrente, e non risposi subito sperando poterti dare buone notizie della scopetta pel pianforte, da me ordinata secondoché già ti accennai. Ma, siccome io prevedeva, mi hanno fatto una porcheria e una cosa inservibile per tutti i versi, malgrado tutte le più minute mie dichiarazioni intorno alla forma, alla grandezza e all'uso. Ho pertanto dovuto ordinarne un'altra a un diverso scopettaro, e il cielo me la mandi buona ancor questa volta. Dovrebb'esser fatta per venerdì prossimo, e in questo caso pregherò il Sig. Dottor Micheletti di portartela nel suo ritorno a Perugia.
La tua Mammà ed io siamo restati oltremodo contenti de' tuoi successi nella recente premiazione. Quantunque tu non sii stato nominato ad alcun primo premio, purtuttavia quattro nomine non sono da calcolarsi per nulla, tanto più che esse abbracciano tutte le classi nelle quali ti sei tu in quest'anno occupato.
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