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      Va bene?
      Tutti ti salutano al solito, e Mammą ti abbraccia con me e benedice. Riverisci i tuoi Sig.ri Superiori, e credimi pieno per te di tenerezzaIl tuo aff.mo padre
     
      LETTERA 220.
      A GIACOMO FERRETTI - ROMADi casa, lunedģ 21 settembre 1835
      Mio caro Ferretti
      Tu sai come io per le delicate ragioni gią a te manifestate non aveva in mente di scrivere per la Bettini, o, almeno, di non inviarle i versi, onde non far forza alla sua volontą. Ma che vuoi! un pensiere improvviso mi si č cacciato nella penna e in un momento č voluto venir fuori in inchiostro.
      Cotto e mangiato. Adesso scritto il sonetto, adesso ricopiato, adesso a te diretto; e siamo alle 9 di questa sera. Ecco gli umani propositi. Il mio sonetto č un compendio della storia del mondo fisico e del mondo sociale, come la Bettini parmi un compendio del bel sentire degli uomini.
      Non dirmi che io ti tenga pel mio portalettere: tu mi sei troppo di meglio. Dunque, per cortesia del tuo animo, se vedi alcuno pel cui mezzo mandare alla Sig.ra Bettini il mio microcosmo, ti sarņ grato del tuo favore, come lo ti fui per risguardo al Sig. Domeniconi. E due. Poi... ma ascolto Stazio che mi ricorda
     
      Quid crastina volveret aetasScire nefas homini.
     
      Amami, saluta la tua famiglia, saluta il povero Zampi, ed abbimi sempre aff.mo amicoG. G. Belli
     
      [Retro č aggiunto] Mi ha scritto il Fani se potesse venire per 1° della 2a coppia di viole a Tor di nona, onde per tuo favore parlarsene al Tassinari.
     
      LETTERA 221.
      AD AMALIA BETTINI - ROMA[29 settembre 1835]
      Gentilissima mia Signora Amalia,
      fra le cortesi accoglienze della sua casa io dimenticai ieri tutto il resto del mondo, perché il mio spirito non sa fare che una cosa per volta. L'avvocato Biscontini mi aveva, imposto di riverirla, d'intercedere per lui un perdono anticipato alla mancanza che le di lui brighe gli faran forse commettere di non venire ad inchinarlesi prima della di lui prossima partenza per Perugia, e finalmente di chiedere in di lui nome i Suoi comandi per quella cittą. Procuro di rimediare oggi alla mia omissione di ieri nello stesso tempo che riparo l'altra mia storditaggine intorno ricapito della lettera di Fani.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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