Che poi dirò della cortese liberalità Vostra nel dono di un esemplare del nobilissimo vostro lavoro? Io non so come abbia potuto da Voi meritarmi un sì prezioso regalo. Ma nel tempo stesso che ho in me vanamente cercato i titoli a tanto favore, non ho saputo pure trovarmi animo a rifiutarlo. Lo accetto dunque, e l'aggradisco quanto si deve, cioè moltissimo; e, valendomi delle vostre facoltà sulla scelta della carta dell'esemplare, ho creduto tenermi egualmente lontano da' due estremi, e scegliere il mezzo. Mi sono per conseguenza ritenuta una copia in carta velina bianca di ciascuno de' 4 fascicoli. Così i quadernetti che vennero presso di me in deposito in numero di 428 sono in oggi da me stati consegnati al Sig. Biolchini in n° di 424. Il Sig. Biolchini poi, che naturalmente era istruito del tratto di vostra cortesissima a mio favore, mi ha promesso che ricevendo egli i mancanti fascicoli del compimento dell'opera, mi farà in Vostro nome tenere quelli che dovranno completare il mio esemplare.
Due occupazioni ho io oggi avute relative a Pesaro. L'una piacevolissima, cioè questa lettera a Voi che tanto stimo ed amo: l'altra assai ingrata, ma pure indispensabile, cioè la spedizione di una citazione al Sig. Marchese Antaldi, col quale, avendomici Voi così bene avvicinato nella mia dimora a Pesaro nel 1830, avrei pure voluto conservare per sempre buona ed onesta armonia. Ma poiché il Sig. Marchese Ercole, attuale guidatore delle faccende e degli interessi della nobil famiglia, mi ha usato il poco urbano contegno di non rispondere neppure alle mie lettere di molti mesi (lettere, voglio dirlo, cortesissime) non mi resta che la via spinosa che dovetti battere allora.
Comandatemi, mio caro e rispettabile amico e credetemi sempre Vostro aff.mo a.co e serv.e Giuseppe Gioachino Belli.
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