Il malnato scisma separò l'onorevole instituto in due distinti corpi, né l'uno né l'altro de' quali poteva bastare a se stesso. Parvemi quella discordia circostanza atta e pretesto per levare alto la voce, e, sgridando i miei sconsigliati cittadini su quello per sé oscuro suggetto, far balenar a' loro occhi una luce dileguatasi in tanta abbiezione e dimenticanza de' civili doveri.
Composi quindi e pubblicai la Canzone che qui appresso vi transcrivo, né volli darle alcun titolo speciale, vagheggiando la speranza che ne' più svegliati de' miei lettori potesse entrare almeno un dubbio che io sotto lievi apparenze avessi forse occultato più sublimi verità, non concesse dalla condizione dei tempi a libero esame. Varii difatti penetrarono il mio intendimento: il massimo numero però non ne trasse altro giudizio fuorché della sproporzione di que' miei clamori ad una meschina lite fra musici.
Ma a Voi, entrata oggi a parte del mio segreto, cosa rimarrà oggi a dire dei miei poveri versi? Null'altro se non che piacciavi usar loro indulgenza, non minore dell'amicizia con che onorate in ricambio la mia servitù.
G. G. Belli
Roma, 31 gennaio 1836.
LETTERA 236.
AD AMALIA BETTINI - ROMA[1 febbraio 1836]
Carissima, amica,
l'anima umana è come uno strumento musicale, in cui, benché taciti, si nascondono gli elementi di tutti i tuoni, gravi o acuti, malinconici o lieti. Non aspetta essa che il tocco esterno onde manifestare la sua occulta potenza, e non solo del suono provocato ma di tutti gli altri ancora corrispondenti al sistema della sua propria armonia. Così tu leggi un di que' libri che colpiscono la immaginazione tosto ti si risveglieranno mille sensazioni di che tristezza forse t'ignoravi capace, e un vortice d'idee nuove e sconosciute sorgerà a far eco a quelle con cui un'arcana legge le pose in analogia, stabilendo fra loro quasi un metafisico magnetismo.
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Canzone Belli
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