Ma basti, ché lo temo non il linguaggio della verecondia avesse infine a condurmi alle frasi della inurbanità. A voi piacque associare le mie felci a' vostri lauri (perdonatemi questo marinesco seicentume), ed io in tutti i modi vi ho un debito di gratitudine se non altro per la uficiosa intenzione.
Or che posseggo intiera la vostra versione prenderò a leggerla ordinatamente, onde gustarne le bellezze al loro posto, cosa sino ad ora da me non eseguita, poiché troppo riuscendomi grave il dovere interrompere per lungo tempo una interessante lettura, e avendo pur voluto in qualche modo appagare la mia brama di conoscere il vostro lavoro, sono andato tratto tratto scorrendo alcune parti, provviste tutte dei lor pregi speciali ma prive di quello reciproco della continuità e proporzione.
Un'altra cosa io vi vuo' dire. Voi avete promesso a' vostri associati il dono di un foglio di varianti. Io non sono associato, ma spero che il dono maggiore attrarrà a mio vantaggio il minore, verificandosi anche in questo caso per vostra liberalità uno degli assiomi i più divolgati. E se non mi credessi di soverchio ardito vi pregherei pure favorirmi di quel tale commiato alla vostra traduzione, già son circa due anni dato da Voi in luce, parendomi ricordarlo diverso dalla licenza con la quale chiudeste in oggi il volgarizzamento. - Sono con sincera stima ed affezioneIl Vostro amico e servitore Giuseppe Gioachino Belli
palazzo Poli, 2° pianoDi Roma, 24 settembre 1836.
LETTERA 250.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 19 novembre 1836
Ciro mioNon ho voluto che il Signor Biscontini partisse per Perugia senza recarti una mia lettera. Spero che l'obligante pensiere del Signor Presidente nel destinarti una ripetizione particolare nell'algebra ti sia riuscito piacevole e consolante. Ciò ti rafforzerà non poco nella scienza del calcolo, necessarissimo a chi desideri bene avanzarsi e profittare nelle scienze, dalle quali tanto conforto deriva e tanta dignità a chi le coltiva.
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Vostro Giuseppe Gioachino Belli Poli Roma Roma Signor Biscontini Perugia Signor Presidente
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