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      - Tutti ti salutano. Mammà ti benedice, ed io con essa. Son iltuo aff.mo padre
     
      LETTERA 253.
      A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 22 febbraio 1837
      Ciro mioLa tua lettera 9 corrente mi ha cagionato un indicibile piacere, né minore è stata la gioia che ne ha risentita la tua buona ed affettuosa madre. Io era sicuro che la promessa di una visita di Lei, a condizione di un maggiore impegno in te pe' tuoi studi, ti avrebbe scosso e riempiuto di nuovo ardore nella bella carriera che devi correre onde benemeritare di Dio, de' tuoi genitori e della civil società. Ma se il novello stimolo ti ha punto, e se i successi de' tuoi studi ne verranno migliori, ciò prova pure che le forze e la capacità di far meglio non ti mancavano. Godo io quindi che l'amor di figlio sia entrato a far parte di questa tua metamorfosi da svogliato in attivo, ma aggradirò insieme di vederti in futuro zelante de' tuoi doveri non solo per la lusinga delle ricompense (di qualunque natura esse vogliansi), ma bensì per la intima e schietta convinzione che il bene operare è bello e buono in se stesso. Io voglio assolutamente che tu divenga un ometto di garbo, un individuo un po' distinto dalla turba degli uomini volgari, una personcina insomma da eccitare in altri stima e desiderio, e non disprezzo e nausea: e gl'ignoranti e i viziosi han sempre fatto nel mondo questo bel guadagno di nausea e di disprezzo. Quanto è dolce, mio caro Ciro, il presentarsi a' suoi simili con tali meriti che ci guadagnino un'accoglienza festosa e onorata! Di qual conforto riesce il girarci gli occhi dattorno e veder dovunque al nostro apparire il sorriso della compiacenza! Non per verità né per orgoglio si vuol procurare questo trionfo, ma pel rispetto che ciascuno deve a se stesso, ma per l'omaggio che da tutti merita la virtù. Non ti parlo poi dei vantaggi più sostanziali riserbati all'uomo onesto e sapiente.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





Roma Dio Ciro