Riverisci tu in mio nome l'impareggiabile Sig. Professor Colizzi, il Sig. Rettore e il Sig. Vice-Rettore e chiunque ti chiede di me. E allorché vedrai la buona Sig.ra Cangenna dille molte parole amichevoli. Ti benedico ed abbraccio con tutto il cuore.
Il tuo aff.mo padre
LETTERA 264.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 19 agosto 1837
Grazie, mio caro Ciro, delle tue cordiali espressioni. Esse valgono a sempre più spronare il mio già vivo impegno nel procurare per quanto mi è possibile il tuo bene. Sì, figlio mio, tu finirai un giorno i tuoi studi e Dio vorrà riunirci per non mai più separarci. Io sarò allora tua guida, e tu mio conforto. Se avremo fortuna ne godremo a lode della Provvidenza: se ci mancherà, vivremo di fatica e di onore, le due prime glorie dell'uomo. Nel mese venturo io probabilmente muterò casa; ma tu ne sarai avvertito in tempo. Questa dimora non é più da me né per me.
Addio, Ciro mio caro: aspetterò notizie degli esami. Salutami l'impareggiabile Sig. Professore Colizzi e di' al Sig. Rettore che fra giorni io farò con lui il mio dovere. Riverisci anche il Sig. Vice-Rettore e gli altri tuoi Superiori. Ricevi gli abbracci e le benedizioni deltuo aff.m° padre
LETTERA 265.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 26 agosto 1837
Mio carissimo figlioLa tua lettera del 22 cadente mi ha fatto lungamente piangere di tenerezza. Come non essere contento, Ciro mio, de' tuoi portamenti? Se tu mi fossi vicino, ti stringerei al mio cuore per dimostrarti con quali sensi io abbia ricevuto le notizie sul successo de' tuoi esami generali. Sappi, mio buon Ciro, che tu sei avviato per una bella strada: io te lo annunzio, e Iddio benedirà le mie predizioni. Ma che dirai che io non ti mando nessun regalo? Questo era il solito uso, vivente la tua povera mamma. Mi chiamerai avaro o sconoscente? No. Ciro mio: non sono né una cosa né l'altra.
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