Voglio sperare di non esser deluso.
Ieri uscii di letto dopo otto giorni di malattia del solito carattere infiammatorio. Ah! se non mi posso aver cura!
Circa al mio affare ed a' vostri favori mi riporto alla mia del 16.
Auguro di vero cuore a Voi e a' vostri più cari un felice anno. Il Cielo lo mandi migliore di quello che cade.
Sono sinceramenteIl vostro aff.mo e obbligatissimo a.co G. G. Belli.
LETTERA 278.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 30 dicembre 1837
Mio caro figlioO l'altro ieri dopo pranzo o ieri mattina dev'essere partito di qui un canestrello al tuo indirizzo. Il Sig. Raffaello nipote di codesto Sig. Angiolo Rossi mi ha favorito consegnarlo a un suo amico il quale viene a Perugia, e così tu lo avrai in breve per mezzo del detto Signor Angiolo. Avrei voluto, Ciro mio, mandartelo per le sante feste, ma sono stato infermo parecchi giorni colle mie solite accensioni di sangue, impedito perciò di potermene occupare, giacché ora debbo far tutto da me. Nel canestrello troverai un pangiallo, quattro torroni, un poco di confetti e di mandorle attorrate, e due mostacciuoli di Napoli. Ti serviranno per addolcirti la bocca il giorno di pasqua epifania. Non ho potuto né saputo mandarti altro: ho pregato però la eccellente nostra amica e padrona Signora Cangenna Micheletti d'indagare i tuoi bisogni e i tuoi desideri e di appagarli a Perugia senza che io stia ad accrescere il volume della spedizione, giacché per via particolare sarebbe indiscreto il caricar troppo chi ci favorisce, e per mezzo de' vetturali importerebbe un dispendio inutile il trasporto di cose che si trovino a Perugia. In quanto al pangiallo esso è cosa romana e ho voluto inviarlo da qui. Conserva il canestrello, potendo servire ad altri usi.
Ho con piacere appreso dalla tua del 19 cadente che il discorso del rispettabile Sig.
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