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      Il tuo aff.mo padre.
     
      LETTERA 281.
      A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 20 marzo 1838
      Mio caro figlioL'altr'anno tu ti dimenticasti della mia festa: quest'anno me ne dimenticava io; tantoché se non fosse giunta a proposito la tua lettera del 15 a ricordarmela, forse la festa di S. Giuseppe mi sarebbe arrivata improvvisa come arrivano i lampi. Non è più, Ciro mio, il tempo in cui queste giornate riconducevano nella nostra famiglia scambievoli sogni di memoria e di affetto. Sol tu adesso rimani col quale io ricambii simili atti sì dolci; e tu colla tua lettera amorosissima mi hai per verità dimostrato una tenerezza che molto mi commuove. Grazie, mio buon Ciro, grazie alle tue care espressioni: mi hai fatto un gran bene, e te ne rimuneri il cielo col farne un giorno a te gustare altrettanto. E mi rallegro poi specialmente della tua graziosa letterina perché il Sig. Rettore mi assicura essere ella tutta tua, sentimenti e parole. Il Signor Rettore merita da me cieca fiducia né voglio credere che tu abbia saputo illuderlo con una fallace assicurazione. La lettera è molto affettuosa e disinvolta; e, composta da te fa onore al tuo profitto nell'arte di pensare e di scrivere. Coraggio, Ciro mio caro; tu divieni uomo ogni giorno. - Ho gran piacere che tu principii a gustare Cicerone e Virgilio, portenti di sapere e di genio.
      Ti prego, Ciro mio, di ringraziare caldamente in mio nome il Signor Rettore per le obbliganti cure che prende d'informarmi sempre di te. Deve avere un bel cuore codesto rispettabile tuo Superiore.
      Quando vedrai la gentilissima Sig.ra Cangenna, alla quale dobbiamo tanto, le darai la qui unita mia lettera.
      Ringrazia tutti i tuoi Sig.ri Superiori e così gli amici degli augurii cortesi inviatimi pel tuo mezzo, e riveriscili da mia parte. Questi nostri parenti, e così gli antichi domestici, stanno bene e ti risalutano.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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