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      Pumex adest in cubiculo meo. Ursula nostra ponet illam in cubicolo tuo, ut cultor tuus possit dicere se arida modo pomice expolitum.
      Fa cantare al tuo maestro Cuppetana la seguente classica strofa [uorsa] o runica, trovata già dal celebre settentrionalista Annibale Ursino
     
      Gaude, zalmatica, frisce e tanghinaPruspera tacca, pandorina:
      Brucca, brucca, Madagascàr.
     
      Et inclinato capite tibi vobisque salutem dico.
      G. G. B.
     
      LETTERA 327.
      A GIACOMO FERRETTI - ALBANODi Roma, 14 luglio 1838
      (sabato ore 8 pomeridiane)
      Amico mio carissimoDue delle tue che mi annunzi avermi diretto sotto data di ieri sonomi finora pervenute: una cioè distinta in 6 capi od articoli, ed un'altra accompagnante il bozzetto di un cartellone d'invito alla tragedia Cuppetanico-samoiedo-otentotta.
      Sul volto del Maggiorani van risorgendo ameni sorrisi, quasi iride dopo spaventosa tempesta. Il di lui capo si rafferma: il petto e il ventre del figliuolo si calmano. Forse anche lunedì potrebbe accadere la scarrozzata per gli ozii di Tifo. Ho trovato in casa di lui Mad.a Chiarina Rossi che prendeva la consegna delle cose in quella esistenti onde tenerle e mantenerle da buona inquilina e diligente usufruttaria, e quelle poi rendere e restituire piuttosto migliorate che deteriorate ed anzi accresciute che diminuite etc; - perché così ecc., e non altrimenti ecc., sotto pena ecc. Invece di cattedra nel romano archiginnasio noi procureremo alla onorevole Signora Teresa Terziani Ferretti un mandato di rappresentanza alla camera de' Comuni, dove, adiuvante Minerva, si può trarre il fiato per tutto il settenario de' meati del corpo. Ivi ella parli e riparli, arringhi e declami, sostenga e si opponga, ed influisca sui destini dell'Orbe. Gran dono del Cielo gli è quello di una libera e abbondante loquela! Né per ciò che tu me ne dici, avrebbe motivo tua moglie di rivolgersi al Signore esclamando: aperi Domine, os nostrum.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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