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      Dio le dia rallegrazione come a te.
     
      Testo da me posto in fronte alle ottave per Bosco.
     
      Sed neque tam facilis res ulla est, quin ea primumDifficilis magis ad credendum constet. Itemque
      Nihil adeo magnum neque tam mirabile quidquamQuod non paulatim minuant mirarier omnes.
      (Lucret., De nat. rer.)
      Ama il tuo Belli
     
      LETTERA 328.
      A GIACOMO FERRETTI - ALBANODi Roma, lunedì 16 luglio 1838
      (ore 9 antimeridiane)
     
      A quattro tue lettere, o mio caro Ferretti, io debbo riscontro ricevute tra ieri e questa mattina; e sono:
      1° Lettera del 13 corrente (per mano cortese incognita): arrivatami dopo di tutte.
      2° Lettera del 14, portata dal vetturino che caricò Madama Balestra.
      3° Lettera del 15, ricapitatami da M.r Arbalète, alias Balestra.
      4° Altra del 15, recata da Campacentanni ad Annamaria e da Carolina a me, perché al Campacentanni starà forse in capo che le mie scale sieno insaponate. Andiamo per ordine.
      Alla 1a - Orsola è arrivata: dunque le cose da te dettemi intorno al suo ménage rimangono non bisognevoli d'altro riscontro.
      Bosco nella ultima ludificazione coreica del 13 andò alle stelle.
      Remedium: medela sibilationibus dierum antecedentium.
      Parte a momenti, se già non è partito per la Gallia Senonia.
      I presagi del povero Canova sono sic et in quantum. Ci scapperà la pagnotta sino ad un certo segno.
      Dunque Felici Felicecto, Felicis de Felicibus et Felicitae Feliciam, felicitatem.
      Di Maggiorani udisti le migliori novelle e la prossima partenza. Nuove di oggi non posso dartene, perché prima di uscir di casa voglio chiudere la presente né posso tornare a pranzo prima delle 2 o 2 1/2 pomeridiane. Altronde voglio consegnar presto la lettera al Gobbo onde la spinga certamente al Albano colle partenze delle ore calde.
      Alla 2a - Dal Balestriero (che tornando io a casa ieri sera trovai già a letto, e vi dimora tuttora mentre io ti scrivo) ebbi due pacchi di biblioteca e guardaroba.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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