Saluta Orsolina da parte mia e di questi miei parenti (che non mi sembrano molto assetati di venire ad udir le sue nuove quando mi arrivan le tue lettere. Tu faresti altrimenti). Il tutto fra parentesi.
Dico mille cose affettuose alle tue donne e dò un bacio all'orientalista e occidentalista Ser Cuppetana. Tutti gli amici ti salutano.
Il tuo Belli
LETTERA 333.
A GIACOMO FERRETTI - ALBANODi Roma, 23 luglio 1838
(Ora 1a pomeridiana)
Prima, mio caro Ferretti, di ricevere la tua di ieri 22, io era già andato da Annamaria e l'aveva trovata in letto ma in uno stato meno penoso de' giorni precedenti. Avuto poi la tua lettera sono tornato dopo un paio d'ore da lei e le ho passati i tre paoli che sono stati da essa ricevuti come tre angioli; e te ne rendo in suo nome tremila benedizioni. Questa famiglia conosce il tuo cuore. Il medico ha trovato la febbre piccolissima. Dura ancora il gonfiore e l'indolimento al ventre, ma in grado più lodevole.
Che la lettera della Scheri fosse scritta da Pietralata lo seppi dopo averla spedita. Dici bene: val più il consiglio di un professore che osservò. Nulladimeno è sempre bene aver da parte voti di più.
Un'altra volta che mi riparlerai di solleciti indennizzi e di simili birberie, ti spedirò pel mezzo del gobbo un carico di bastonate. - Sarebbe mo bella! Non faresti tu altrettanto per me? Non farmi indemoniare. Tu ordina ed io son qui per servirti.
Io son tuo maggiordomoCome scrive uno istorico da Como.
Questi miei parenti son mezzi matti: saprai poi tutto.
Non ti dico più per ora onde non prendermi oggi la seconda arrabbiatura, sopra questo soggetto. Più abbisogno di pace e più il diavolo mi manda veleno. Saluta dunque Orsola per mio conto e taci a lei il resto. Anche codesta buona donnetta ha uopo di tranquillità. Procuriamolene per quanto è in noi.
Vincenzone è venuto a sapere se tu fossi per caso a Roma.
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