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      Ma come si fa? Il Cerusico vede per metà: lumen [...] dextro etc. e in queste stagioni bisogna spalancar quattro lanterne; né poi la chirurgia adempie bene le parti della medicina, sì come vuole la Bolla quod divina sapientia; benché in tempo di carestia pan di veccia e vino di nespole. Il chirurgo dia dunque un occhio e una mano, come in simili incontri avrebbero fatto Polifemo e Caffarelli, che non poteano dare di più.
      Quando andrai o manderai, fa' che l'infermo Bassanelli conosca i voti che io spingo in su in su pel suo prossimo ristabilimento. Amen.
      E tu l'hai sempre co' nostri conti. Sta quieto, ci troverai pure il cerotto, il cataplasmo, la pittima, l'orvietano e tutto quel che bisogna. Ma le son cose da parlarne alla rinfrescata, post acquas, sotto il segno di libra.
     
      Allora il dare coll'aver si scriba.
      Viste allor le partite a fetta a fettaDirai: tanto ho da dar, tanto mi spetta.
     
      Chiàmati al cospetto Orsolina, e dille:
     
      Comare, la tua Tilde
      Più forte è d'Alboino e d'Almachilde.
      Lo stomaco di lei fatto è sì sodoChe digerir potrìa bollette al brodo.
      Ha due occhi da dirli due saette,
      E più acuti di quei dell'Accemette,
      Il quale è un Monsignor come tu saiChe tutti quanti adocchia i nostri guai.
     
      Prenditi uno per fianco i rispettabili signori Conte Dandolo e Dr. Fava, e se non isdegnano una mia stretta di mano fagliene sentire che se ne accorga il cuore. Non per confidenza né per temeraria familiarità, ma in guisa di franca manifestazione di amichevoli sentimenti. Io li rispetto come onorevolissimi uomini; ma avendoli conosciuti sì umani e disinvolti, mi salta il ticchio di trattarli da amici e l'anglomania del giorno esige che della schietta amicizia sia dimostrativa misura
     
      Una stretta di carpi e metacarpiChe sino il Padre Sarpi
      A quel torcer di manoNe giurasse al Concilio sano sano.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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