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      Ma basta de' lai di Abacuc. - E quando sarò a Roma? - Eh... quando? Spererei, vorrei lusingarmi, nudrirei desiderio; avrei bisogno per la metà della vegnente settimana. Da martedì 18 in poi ogni giorno ogni istante può essere il mio. Ciò è bene che tu sappia, ciò è bene che sappia Nannarella, e la Casa et omnes habitantes in ea, e Biagini per tuo mezzo, e Spada per mezzo di Biagini, e gli altri amici per mezzo di Spada, e il Mondo per mezzo degli altri amici. Non ti fidare del tuono di questa lettera. La leggerezza è in me spesso maschera della convulsione di spirito, o artificial mezzo di stordimento.
      Salutami tutti, e spendi questi quattro baiocchi per l'anima del tuo aff.mo cuginoG. G. Belli.
     
      P.S. Non rispondere alla presente, scritta con un zeppo prestatomi per amor di Dio, perché forse il tuo riscontro non mi troverebbe in questa terra; a fra poco dovrò forse dire: Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc... Iddio sa qual catapecchio.
     
      LETTERA 348.
      A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, martedì 18 settembre 1838
      Mio carissimo figlioPartito ieri da Terni alle ore 4 pomeridiane sono qui giunto in diligenza questa mattina alle 8. Mi approfitto subito del corriere di oggi per darti notizie del mio ottimo viaggio e del buono stato di mia salute, siccome già te le detti in parte da Terni nel giorno 13. Eccomi dunque nuovamente in Roma ad occuparmi de' nostri affari, onde far loro prendere a forza di perseveranza la migliore piega possibile, o, per dir meglio, diminuirne il danno. Sono persuaso, Ciro mio, che tu ancora sarai per cooperare al medesimo fine mediante una attenta e diligente applicazione a' tuoi attuali doveri, il cui adempimento ti riuscirà un giorno di efficacissimo mezzo a stabilirti nel mondo e correggere gli oltraggi della fortuna. Divertiti intanto nel tempo delle vacanze, e attendi a prendere nella ricreazione autunnale forze novelle e allegro coraggio per l'imminente nuovo anno scolastico.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
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