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      Bravo: studia per te, pel collegio e per tuo padre, a cui fuori di te non resta altro conforto. Sii dunque alacre ed operoso, perché l'accidia è madre de' guai.
      La tua lettera mi ha molto soddisfatto. Scritta con naturalezza, e non priva di qualche buona grazia, se l'hai fatta da te (come spero) mi dà non poco a sperare de' tuoi futuri progressi. Ti conforto pertanto a continuare nel tuo stile disinvolto ed a scrivere francamente come parleresti se volessi discorrere di quelle medesime cose. Gli ornamenti del dire verranno di poi a poco a poco, e senza che tu te ne avvegga, a misura che ti avanzerai nell'esercizio della classica eloquenza. Ma scrivi (te ne prego) sempre da te, perché mai non saprebbe andar solo quell'uomo che sempre camminasse appoggiato.
      Principiato che sia il nuovo corso scolastico mi parteciperai a quali studi abbianti destinato.
      Intanto, senza che tu me ne abbia fatta parola, io di qui so tutto quel che tu fai, e ti vedo sino fra i tuoi lavoretti meccanici. Come saranno graziose quelle scattoline di cartone pel gabinetto de' minerali! Bada, Ciro, che le non ti vengano sciancate ed a sghembo. Vorresti che ti fischiassero? Grande scorno sarebbe questo per chi riscosse applausi nelle soluzioni di problemi geodetici e nel suono di sinfonie di Rossini.
      Ed a proposito di musica, già m'aspetto di udirti nel settembre 1839 ad eseguire qualche gran concerto di formidabile difficoltà. Salutami il caro tuo maestro Signor Tancioni, e digli quale specie di presagi mi vada girando pel capo. E vorrei quindi che tu imparassi un po' d'accompagnamento; ma un po' per volta, non è vero?
      Anche a Roma va principiando il rigido.
     
      Ingruit hyems qualis solet esse novembris. (x)
     
      Tu però hai tutti i tuoi pannerelli a proposito, e col sangue bollente della gioventù ti riderai dell'inverno e de' suoi sfrenati rigori.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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