E infatti conobbi poi essere stata una tentazione bella e buona, una tentazione cordiale mascherata da nome e da verbo, perché la mi svanì ad un segno di croce. Senza di ciò Voi, povera Amalia, sareste oggi stata stordita da un tu tu tu, peggio che da una batteria di girandola.
Venendo ora alla refrigerante vostra lettera del 14 marzo, eccovi i principali motivi de' quali non ne riceveste da me una risposta a Livorno fra 8 giorni siccome mi avevate ordinato.
1) Faceste l'indirizzo in Casa Ferretti, al ponte della farina; ed io abito al Monte della farina, e non in casa Ferretti. Ciò produsse alcuni equivoci pe' quali la vostra del 14 mi giunse il 21 allo spirare cioè del prescritto ottavario.
2) Il vostro foglio mi trovò in letto con reuma e potente emicrania.
3) Mi piaceva rispondervi a ritratto veduto; e questo di giorno in giorno sembrava dover essere qui. Il Sig. Cav. Rosati però non l'ebbe prima del 10 corrente alle 11 antimeridiane. Me lo mandò subito.
4) Circolava una voce che sarebbe venuta a Roma la compagnia Nardelli per la primavera. Presso le notizie da Voi datemi sull'impegno con Bologna io non ci credeva gran fatto! ma pure avendo io visto apparecchiare il teatro e pagarne l'affitto, stavami aspettando lo scioglimento di questo nodo gordiano. Avrei assai assai più amato rispondervi colla lingua che non colla penna.
Ora, io son guarito, il vostro ritratto è innanzi a' miei occhi, voi siete a Bologna: dunque conviene usare l'inchiostro, riserbando il fiato a migliore occasione, che il cielo si degni affrettare.
Già si prepara la cornice per la mia Amalia litografica. Caro quel ritratto! Eppure v'è chi sostiene che non vi somiglia; e bisogna litigare. Io però me lo guardo e gli faccio le mie confidenze. Ma ditemi: voi me ne prometteste un esemplare ed io ne ho avuti due, uno cioè in carta della Cina ed un altro in carta comune.
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