La Ferretteria vi manda pel mio mezzo cento e un saluto, ad uso di salva reale. Ed io vi prego aggiungervi uno zero, e farne così mille e dieci per mio conto alla Sig.ra Lucrezia ed alla cara appiccicarella. Altro che i 110 ceci!...
Oh, è ora di finirla. Prendetevi un bacio sulla mano dalvostro poeta cesareo
G. G. Belli
Monte della Farina, 18
LETTERA 361.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 23 maggio 1839
Ciro mioDalla tua cara lettera del 16, giuntami in ritardo, ho con piena soddisfazione ricavato intorno al successo de' tuoi esami quanto può farmi fede della diligenza colla quale tu hai nello scorso trimestre atteso ai tuoi doveri relativi allo studio. Mi pare insomma che di ottimi non sia penuria. Macte animo dunque, mio caro Ciro, e innanzi senza paura. - Il risultamento de' voti di scuola pel corso del trimestre in matematica me lo manderai un'altra volta: per ora mi è bastato il voto generale del saggio.
Aggradisco le gentilezze del veramente obbligante Signor Conte Ranieri. Sono io però stato sfortunato qui in Roma circa al praticare con lui gli atti del mio dovere. Di tre volte che ho cercato di visitarlo non l'ho trovato in alcuna. La prima volta parlai col di lui domestico, la seconda colla padrona della Casa dov'egli abitava, e l'ultima volta lasciai un mio biglietto di visita nel buco della chiave della sua porta.
Anche qui abbiamo avuto finora un pessimo tempo e stravagantissimo. Da molti e molti anni le stagioni han perduto il regolare lor corso; cosicché dal freddo si passa rapidamente al caldo estivo, e dall'estate si precipita poi nuovamente nei rigori invernali, senza quelle intermedie gradazioni di temperatura così necessarie affinché i nostri organi si abituino dolcemente ai passaggi da uno all'altro estremo. Cause astronomiche di simili stravaganze non ne esistono, come alcuni semplici van credendo e spacciando: bisogna dunque cercare la spiegazione nel nostro globo stesso, e attribuirle forse a qualche squilibrio elettrico fra l'atmosfera e la terra.
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