Lungi dunque da noi quella idra incipriata da galateo, nemica di ogni spontaneità ai vivi e negata ai morti, perché al limitar del Sepolcro non è più tempo da scherzi e principia il regno di verità. Tu! Soave parola di amicizia e d'amore, primo grado del social termometro per salire dallo zero della cerimonia sino alla ebollizione del sentimento, esci ormai dal fondo del mio cuore, ove stavi aspettando di esser chiamata, e vattene a Ravenna. Là presso la tomba di Dante troverai chi ti aspetta, fra le inspirazioni che da cinque secoli emanano da un pugno di cenere, unico avanzo di un fuoco, che dall'Italia illuminò l'universo. Questa tirata, Amalia mia, m'è riuscita un po' gonfia e non verrebbe male assimigliata ad una batteria di razzi alla Congrève o ad un parco di cannoni alla Perkins. Avrò dunque giudizio se lascerò simili slanci ai Guerrazzi e ai Dumas, contentandomi invece di aleggiar terraterra come una rondinella di aprile. A me non concesse natura fuorché (sì e no) il pungoletto del frizzo: i paroloni, i concettoni, i figuroni furonmi da lei rifiutati come dal pedagogo le marionette a un ragazzo cattivo. Ma il tu quando sbucherà egli dal guscio? quando verrà egli a occupare il luogo apertogli dalla Tua bontà? Zitto, Amalia: egli ha fatto già capolino. Monna bontà gli ha dato coraggio, ed ei le si è attaccato alla vesta. Attenta che eccolo. Caccia la testa pian piano e va stendendo i suoi cornetti da lumacone e le sue zampe da tartaruga: qual metamorfosi! L'hai tu visto? Di rettile si trasformò in volatile, e già si scapriccia sul Montone e sul Ronco. Quante cose vorrei dirti, o cara amica! quanti rallegramenti vorrei farti pe' tuoi grandi successi nell'arte nobilissima della declamazione! Le tue corone mi parvero posar sul mio capo ed esser cosa mia, tanto è l'interesse che io prendo per tuttociò che ti esalta.
| |
Sepolcro Ravenna Dante Italia Amalia Congrève Perkins Guerrazzi Dumas Tua Amalia Montone Ronco
|