Oh, come io mi trovo piccino accanto a te! L'anima tua fervida e sensitiva; la tua superiore intelligenza, la cultura del tuo spirito mi fanno rientrare in me stesso e deplorare il mio nulla. E tu parli a me di mie raccolte e di stampe? Lascia, lascia morire nell'oblio le mie inutili sillabe già troppo ornate dal seguirti in parte ne' tuoi portafogli, ed al parer tollerabili a chi, udendole o lette dal tuo labbro o encomiate dalla tua cortesia, confonde forse i loro co' tuoi meriti e ne giudica sotto l'influsso dell'entusiasmo che tu ecciti in ogni petto capace di generose impressioni. La mia vanità non si estende dunque più oltre che ad un cantuccio nel tuo taccuino; ma poiché questa vanità non mi sembra peccaminosa dove tu la giustifichi, io mi vi abbandono senza scrupolo e ti trascrivo 112 versi, tratti dal purgatorio delle mie tante corbellerie. Beati loro che passano in paradiso! Ferretti ha molto aggradito il tuo ritratto, te ne ringrazia assai, ti saluta con tutta la sua famiglia e ti scriverà. Coleine è ancor celibe. Gli ho parlato della tua intenzione di scriver[gli]; ed egli si accinge a prevenirti. E tu non ti fai ancora sposa? Il 17 agosto io partirò per Perugia: il 17 settembre sarò nuovamente in Roma a tirare il carrettone della vita. Tu sempre in giro, mietendo palme per tutte vie che non menano a Roma! Sono in collera co' tuoi Nardelli, colle tue compagnie reali e con quant'altro ti tien lungi dalla cupola di S. Pietro.
Fa' 3.794.621 saluti in mio nome alla Sig.ra Lucrezia e alla buona appiccicarella. Sono e sarò sempre di cuoreIl tuo a.co e servit.re
Se qualcuno mai avesse la semplicità (i semplici son tanti!) di voler copia di qualche mio verso, ti prego di non dargliene né fargliene dare.
LETTERA 365.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma il giorno di San Pietro del 1839
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