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      L'esilio del tuo F. Camillo da Roma ci fa sperare un sollecito ritorno in patria fra tibie, corone e orazioni. Bel soggetto! e tu lo tratterai da romano. Tancioni mi darà (mi ha promesso) la musica tenorica, ma parmi che la sarà ad orchestra. Spero che non mi dovrebbe bruciare il pagliaccio perché quel tasto del Maciotti gli ha suonato assai bene all'orecchio. Tancioni è generalmente riputato indolente; ma solo, come si trova, in Perugia ad assistere il teatro, la cattedrale, la comune, il collegio e la città, vorrei vedere come potrebbe cavarsela altrimenti. Bisogna anche un po' compatirlo.
      Grazie a Piave e a te per lui. - Ma bravo il nostro Montanelli, Iddio lo conservi ed abbia misericordia di lui, perché tra le altre, il Mondo dice anche questa che presso al chiuder degli occhi si rischiarano tutte le idee, e l'anima travede un lampo della luce futura. Non sia mai per augurio; e teniamoci piuttosto alla tua ipotesi sul bozzo della memoria de' nomi.
      Hai fatto bene ad avvisarmelo. Adesso che a casa tua c'è un altro te stesso, mi terrò in guardia, casoché avessi qualche segreto da confidarsi a te solo, quantunque credo che fra voi due andrete d'accordo; e il Malatesti avrà ben pensato a non isconciare il suo miracolo dandoci uno spirito diverso dal tuo.
      Anzi, se alla Renella il posto di tenore fosse già stato occupato da qualche cantore della cappella papale, procura al nostro Giampietro un buco nella Cloaca massima, dove sento si apre Opera seria intitolata Gli sciacquatori, con parole del Mazio e musica del Votacessi, maestro della real cappella di Cachilastra. Che se i cori non saran di suo genio, non mancheranno a Roma Anticori da contentarlo.
      Giusto va bene. In borgo Pio ho due straccettacci di fabbrichettacce, che andrebbero in terra a un peto di monaca. Se la polveriera me se l'è portate via risparmierò le dative ed i canoni.


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Le lettere
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 963

   





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