Oh se Voi vedeste quali fatiche io sostengo perché Ciro possa vivere, studiare e prendere un posto nel Mondo! Faccio di tutto, e discendo sino a travagli materialissimi; anzi, scelgo a preferenza questi, perché della mia mente poco posso ora servirmi stante il mio male di capo. Dunque compatitemi, e se col primo trimestre Vi riuscirà di esigere anche il secondo, che va fra giorni a scadere, cooperate umanamente al merito di giovare ad uno sfortunato ragazzo.
Udendo le Vostre spinose occupazioni non ho più coraggio di pregarVi d'un altro favore. Mi va a scadere la decennale inscrizione ipotecaria circa il Trevisani nell'uficio della Conservaz. di Fermo. Io avrei voluto spedirVi le carte in regola perché mi faceste colà rinnovare quella inscrizione; ma, ripeto, non lo farò più, troppo riguardandomi l'essere indiscreto a tal segno. E cosa io faccio in compenso per Voi? Nulla. Dunque, Neroni mio, darò questo fastidio a qualche altra persona, meno di Voi flagellata da me e dalla sorte.
Se potrete trovare agio di rispondermi una linea Ve ne sarò riconoscente; e forse un giorno, io o mio figlio pagheremo le nostre obbligazioni con altrettanti servigi. Sono di cuoreIl Vostro Belli.
LETTERA 391.
A GIACOMO FERRETTI - ROMADi Perugia, 5 settembre 1840
Mio caro Ferretti
L'arrivo di una tua lettera non può essere che un fausto avvenimento a chi ti professa amicizia da ben 28 o 30 anni: tanto più graditi poi debbonmi giungere i tuoi caratteri quando si uniscono a un favore che vuoi rendermi per tutto impulso della tua gentilezza. Jeri, nell'andare a vedere il mio Ciro, trovai presso il messer portinaio di questo Collegio la cara tua del 27 agosto, insieme colla lettera del Garello e col primo fascicolo del di lui compendio mnemonico di Storia antica. Ti ringrazio dell'obbligante pensiero, e mi rammarico teco della spiritata buona-grazia del Sig.
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