Rettore, uomo degno d'ogni stima ed amore.
Riverisci ancora in mio nome l'ottimo Sig. Colizzi, i Sig.ri Superiori del Collegio, i tuoi Maestri, il Sig. Prefetto, il Sig. Can. Mari, il Sig. Serafini, il Sig. Tassi, e tutti i tuoi compagni di camerata. Ricevi i saluti di questa famiglia Vannuzzi, e con essi i miei abbracci e le mie benedizioni.
Il tuo aff.mo padre
LETTERA 410.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, martedì 9 marzo 1841
Mio carissimo figlioDue giorni più tardi di quello che io credeva di potere, sono giunto felicissimamente in questa città jeri al giorno. Questa mattina ho subito preso a disbrigare le cose più urgenti che la mia assenza mi ha fatto trovare accumulate, non che alcune commissioni che portai meco in Roma. Primo luogo fra queste è stato dato da me ad un certo incarico di cui mi onorò il Signor Rettore. Digli però da mia parte che la persona alla quale io aveva pensato dirigermi onde riuscire nello scopo, è a Civitavecchia e tornerà fra un mese: dovrò quindi pensare ad altro mezzo onde ottenere al più presto ciò che si desidera. Io non iscrivo direttamente al Sig. Rettore, siccome pur sarebbe mio debito, e ti prego far sì ch'Egli ne trovi buone le mie scuse nelle non poche brighe a cui mi conviene dar sesto. Riveriscilo insieme e assicuralo che io lo tengo sempre nella mente e nel cuore. Pregalo oralmente di passare i miei rispettosi ossequi al degnissimo Monsignor Delegato. - Saluti non posso dartene perché sino ad ora poche persone ho vedute. Ti voglio però incaricare di ricordarmi alla gentile memoria di tutto il Collegio, nemine excepto, tanto di quelli che vi abitano quanto di ogni altro che vi abbia relazione di uficio.
Son costretto, Ciro mio, a distaccarmi dalla dolce occupazione del trattenermi con te. Ti basti per oggi sapere che io sto benissimo, e che buonissime nuove spero ricever di te.
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