Del resto non vi ho mai pregato d'instituir prove sul mio intelletto, il quale è, né più né meno, quello che piacque al Signore di concedermi. Voi intanto tenetevi i vostri scritti pe' vostri bisogni secondo che vi sia comodo o necessario. Spero di essermi spiegato con qualche chiarezza, senza tuttavia possedere il dono della vostra lucidità da tinta di stivali. E se volete usarmi una vera cortesia, andatevi a far buggiarare almeno una volta, di che vi prego con tutto il fervore dell'anima. Vedendo poi quello stinco garbatissimo del Sig. Domenico, mi obbligherete non poco se ve lo trascinerete con voi in tanta malora, perché anch'egli mi ha sufficientemente scocciate le palle colle sue risate del pinco nel lasciare le sue ambasciate a questa serva-di Pilato di casa mia, la quale poi mi perde il rispetto vedendomi sbeffeggiato da un pappagallo par suo. Ciò gli serva di regola per quel rimasuglio di vita che possono promettergli i suoi polmoncelli, ai quali S. Giacinto usi misericordia. Sono stucco e ristucco fino ai calli delle calcagna di vedermi zimbello di certi buffoni ventosi che non meritano un luogo neppure sulla lista della lavandaia o nella botte del votacessi del ghetto.
Tornando a voi, vi lascio pienissima libertà di giudicare il mio talento come potete e sapete. Nulladimeno, se mi crucciasse la fastosa arroganza che sta covando nelle glandule del vostro infarcito fegataccio, avrei tanto in mano da cacciarvi la cresta fin sotto la suola delle ciabatte, signor capo-stipite, signor tronco, signor radica di tutto l'albero de' rompiculi, felicemente innestato in quell'altro de' rompicoglioni. Ad ogni modo, per macerarvi d'invidia, è utile che sappiate come non tutti mi tengano nel vostro concetto di babbuino e ieri sera, per la più corta, una Signora di buona mente, di buon cuore e di buon casato mi mandò a chiamare per dimandarmi se si dica Cefalònia o Cefalonìa. Io le ho esternati oggi i miei dubbi in favore della seconda lezione, perché se non fosse altro, fa rima a Geremia, a Casamia, ed al Conte di Picchio e Porcheria, tutta gente più conosciuta della mal'erba, colla quale ho l'onore di salutarvi.
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Sig Pilato S. Giacinto Cefalònia Cefalonìa Geremia Casamia Conte Picchio Porcheria Domenico
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