Il timore è il più crudele avversario di chi si espone a questi cimenti. Tu studia di buon'animo e di buona fede: al resto penserà Iddio. Basta non avere arroganza nelle proprie forze. Neppure però si deve avvilire il proprio coraggio con soverchia diffidenza. Preparati, e poi va' allo sperimento con mente tranquilla; e sia prima tua cura (ricordati di questo mio consiglio) di non turbar le tue idee per la soverchia fretta del voler rispondere alle dimande. Rifletti prima come se ti trovassi solo ed agli esaminatori chiedi grazia di ponderare le tue risposte. Coraggio, Ciro mio: pensa alla tua gloria ma senza sbigottire del cammino che a lei conduce.
LETTERA 419.
AD AMALIA BETTINI - TORINODi Roma, 24 aprile 1841
Amica mia gentilissima, il Sig. Cav. Rosati, da cui ebbi la tua lettera ti dice pel mio mezzo mille cose amichevoli. Sei pur cara ed amabile, la mia buona Amalia, con quella tua grazietta di stile, festivo, semplice, affettuoso, obbligante, vero specchio della bell'anima tua, schietta, culta, generosa, cortese. Eccoti qui intanto una dozzina di epiteti, che uniti in accomandita si offrono a pagarti il valore di un solo almeno fra quelli coi quali nella tua ultima lettera (del 12) mi apristi un debito superiore a tutto il fondo de' predicati italiani, dal Memoriale di Jacopo Pergamino fino al dizionariùzzolo del Bazzarini. E, come se nulla fosse, mi donasti anche un pappagallino, che, ripetendo le tue lezioni, mi replicasse le tue dolci parole. Or con quale altro animaletto potrei contracambiare il tuo dono? Odi al proposito una storiella. - Un navigatore espose sul molo di Napoli un perrocchetto di straordinaria eloquenza e lo vendette per cento ducati. Trovatosi presente al mercato un certo furbo di lazzarone che avea seco un pollo-d'india, fecesi tosto a gridare Neh!
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