Angiolo Cinagli, contabile dei nuovi Amm.ri Camerali di Fermo: eccezioni alle quali voi stesso mi avete provocato mentre il 5 maggio mi spediste lo stesso carteggio Cinagli, dicendomi queste fra le altre Parole: attendo da voi gli opportuni schiarimenti: ogni nodo viene al pettine, e così sarete alla fine pagato di tutto.
Questi schiarimenti io ve li ho molto positivamente forniti nelle mie lettere posteriori a quella vostra del 5 maggio, e li ho finalmente completati coll'invio de' tre prefati documenti speditivi nel plico del 27 luglio.
Voi dunque, ora sapete, e lo sapevate anche per fatto vostro, che io non sono stato pagato che a tutto il marzo 1840. Questa verità ve la sviluppai nella mia 22 maggio dell'anno corrente, in cui rettificai gli equivoci del ripetuto conteggio Cinagli. Rileggete, vi prego, quella mia dettagliatissima lettera 22 maggio 1841.
Sapete inoltre dalla mia susseguente del 27 luglio p.p. gli altri tre capi d'eccezioni che io debbo dare al conteggio Cinagli, de' quali però trascurerò il primo e il secondo, ma non posso menar via il terzo, cioè quello che concerne l'ammissione del nuovo sequestrante Filippo Magiotti al riparto primitivo comune, ammissione accaduta in agosto 1840 contro ogni diritto e contro il disposto della mia sentenza di riparto accettata dalla R.C.A. che ne ordinò la osservanza a' suoi cassieri, osservanza che non ha poi mai contraddetto.
Se voi non mi favorite di far bene osservare a codesti Sig.ri Amm.ri Camerali tutti i rilievi da me fornitivi nelle tre mie lettere 22 maggio, 27 luglio e 7 ottobre di quest'anno 1841 è impossibile che mai veggasi chiaro in questa faccenda.
Intanto nell'ultima vostra 10 corrente voi vi limitate a dirmi che esiste nella Cassa di Fermo una certa somma per me; che la esigerete; che me la manderete; e che dalla quantità di questa conoscerò quanto ancora mi resti ad avere, e così decifrerò qualche equivoco.
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