Il nostro Biagini e la sua amabil compagna torneranno, a quanto si dice, domenica.
Alle disgrazie di cui ti tenni proposito nella mia precedente devesi aggiungere l'incendio accaduto ieri in una casa di tre piani verso Campo-vaccino. Ha bruciato da cima a fondo. Quando, chiamati, giunsero i pompieri, tutto era già in fiamme. Que' bravi e intrepidi uomini lavorarono per nove ore onde impedire peggiori disastri. Uno di essi, mercé una delle loro scale portatili, salvò una donna gravida, scendendola da una finestra sulle sue spalle. Causa del disastro, furono due ragazzetti, uno di otto anni e l'altro di età minore, i quali, lasciati dalla madre (che era andata a lavare a certe fontane piuttosto lungi dalla casa), vollero divertirsi ad accender coi fosforini certa paglia che avean in terra vicino al letto dove giaceva un altro lor fratelluccio di quindici mesi. La paglia fece obbedientemente il suo focaccio e lo comunicò al letto, e via discorrendo. Il fanciullo maggiore si serrò allora in un credenzone, da cui fu quindi estratto vivo; ma i fratelli eran già divenuti carbone.
Gigi promette di scriverti e spero che lo farà, benché in quel suo benedetto cervello, altronde non vuoto, v'è poca regola.
Ho letto la tua lettera in famiglia, graditissima non meno per le affettuose tue espressioni verso questi nostri parenti, che per le notizie del tanto incontro fatto dal Sartori col suo valore nel maneggio del violino. Anche la famiglia Sartori ha una certa affinità colla nostra per via di parentele di parentele. Udimmo poi l'esito di codesto strepitoso pallone della Camerata dei grandi, de' quali ti sei fatto collaboratore. Questa collaborazione mi fa ritenere che tu sia ammesso nel loro appartamento, concessione insolita ai giovani già usciti dal Collegio. Se così è ne godo, perché ne deduco che i professori ti credano degno di fiducia e di stima.
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