Sulla faccia del luogo tu allora conoscerai quanto precisamente ha in mano Governa, e tanto di meno gli darai per compiere gli Sc. 8 che gli dobbiamo. Insomma, principia ad apprendere a far l'ometto e tener conto delle tue cose. Ti abbraccio e benedico di cuore.
Il tuo Papà.
Ti saluta anche caldamente la famiglia Roberti-Perozzi di Morrovalle.
LETTERA 446.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, 27 settembre 1842
Mio caro Ciro
Nulla più ingrato che il mancar di notizie di chi c'interessa. L'ultima tua lettera da me ricevuta è del 13, la quale giunsemi il 16, ed io la riscontrai nel 18. - N'ebbi poi un'altra dalla nostra buona amica Sig.ra Cangenna, scritta il 14, arrivatami il 18, e da me riscontrata il 19. Da quell'epoca impoi tutto silenzio. Niuno potrebbe mai persuadermi che questo doloroso ritardo nasca da tua negligenza in rispondermi. Io ritengo che debba piuttosto attribuirsi ai soliti vizi Postali; ma intanto il mio imbarazzo e il mio turbamento sono i medesimi, qualunque poi sia la causa che li produce. Ancorché ti fossi tu recato in campagna, o al casino del Sig. Bianchi o altrove, non saprei mai supporre in te la totale trascuranza de' mezzi atti a farti giungere le mie notizie o almeno a procurarmi le tue. Nel caso appunto in cui attualmente ci troviamo la mancanza di tue lettere mi tiene perplesso sul modo di regolarmi.
Fra noi era convenuta la tua partenza di Perugia pel 27, che appunto è oggi. La Sig.ra Cangenna però, nella sua del 14, mi dimandò la tua compagnia per qualche altro giorno; ed io, gratissimo a simile di lei gentilezza, Le risposi che potresti restare in Perugia sino al 10 di ottobre, regolandoti pel resto del viaggio di Terni e di Roma colle stesse proporzioni già stabilite, onde poi trovarti a Roma intorno al 18; e così dovessi regolarti per prevenire del tuo arrivo il Sig.
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