E simili premurose dimostrazioni, e il rammarico da te lasciato del tuo partire nell'animo de' buoni amici tuoi perugini, ti servano di una novella prova del premio riserbato anche in questo Mondo alle gentili maniere ed alla virtuosa condotta di un uomo dabbene. Lo vedi, Ciro mio? Tutti ti amano, tutti vorrebberti sempre con loro, tutti gareggiano nel dimostrarti stima e riguardi. Ciò te l'ho io sempre predetto, ed oggi ti predico anche maggiori soddisfazioni pel tempo non lontano in cui gli studî tuoi, la coltura di spirito che acquisterai co' tuoi travagli, e la pratica del viver sociale che si anderà in te giornalmente accrescendo e perfezionando, ti avran reso un uomo amabile pel tratto e rispettabile per le cognizioni. Non bisogna però stancarsi nel far tesoro di dottrina e di virtù, perché il Mondo, Ciro mio, non si appaga alla lunga di orpelli, né di meriti superficiali. Per due mesi ti sei divertito: ti divertirai anche per qualche altro giorno a Roma; ma poi conviene coraggiosamente riapplicarsi al tavolino, e procurare di non gittar tempo senza profitto. Ritorneranno quindi i momenti della ricreazione.
Ho goduto in udire che ti disponevi ai viaggetti di Cesi e di Torre Orsina: ma la stagione perversa te lo avrà permesso? Ne dubito assai. Qui da due giorni diluvia.
Mi piace che le piante di Cesi, al dire del Sig. Governa, sien venute bene: mi duole però e sorprende il sentire tutto il contrario di quelle del terreno Maratta, ritenuto da Babocci. Temo assai di poca cura di chi ci deve badare, e non mi va nulla a sangue il vedere che d'anno in anno si spendono scudi per far tanti buchi nell'acqua. Né mi ha pure soddisfatto gran che il non avere da un anno a questa parte potuto riuscire a sapere quante piante furono poste in Maratta nello scorso 1841. Avendole pagate, non era irragionevole il desiderio di conoscere il quantitativo.
| |
Mondo Ciro Mondo Ciro Roma Cesi Torre Orsina Cesi Sig Maratta Babocci Maratta Governa
|