Prega il nostro amico Babocci a non darmisi sempre per muto, dappoiché non mi sembra di meritarlo. Nel giorno 8 scrissi ad esso e a te. Avrete trovate entrambe le mie lettere in codesta posta. Ieri scrissi anche a Governa circa a un taglio di macchia che Corazza desidera di fare. Se vedi il Governa, fatti istruire anche di ciò, avendo egli dovuto a quest'ora ricever la mia lettera.
Circa alle piantagioni io sarei di parere di farne anche in quest'anno. Si potrebbe mettere un paio di centinaia di viti, ad anche qualche ulivo come al solito etc. etc. - Per tua regola, ecco le piantagioni tra il 1841 e il 1842, nel lor numero totale:
NEL TERRENO PALOMBARA
Olmi n° 145 (oltre li 50 disseccati e rimessi)
Viti n° 300 (oltre le 30 disseccate e rimesse)
Gelsi n° 6
Melazzi, perazzi, prugni n°... (non ne ho avuto specifica)
Pastino di gelsi, piantine n° 300
idem di olmi n° 600
Olivi, piante n° 36 (nel terreno Fratta)
Qui tutti, parenti ed amici, ti salutano ed aspettano. Riveriscimi la famiglia Vannuzzi. Il raffreddore del caro Giovannino spero che a' giungere di questa mia lettera sarà o guarito o assai migliorato. Saluta anche Governa e la moglie, e tutta la Baboccerìa, non che il Sig. Santini.
Non mi resta carta che per abbracciarti e benedirti di cuoreIl tuo aff.mo padre.
LETTERA 450.
A GIUSEPPE NERONI CANCELLI - S. BENEDETTODi Roma, 30 gennaio 1843
Mio gentilissimo amicoI buoni augurii pel nuovo anno, contenuti nella cara vostra lettera del 23 dicembre (qui giunta il 31) io li riterrò operativi dal prossimo febbraio in poi, giacché in quanto al cadente gennaio, malgrado il cortese desiderio della vostra affettuosa amicizia, l'ho tutto trascorso in letto fra sanguigne e purganti e vescicanti e pediluvii e bibite e sciroppi e tutto il corredo di quelle altre buone cose che si amministrano ai buoni cristiani per guarirli dai reumi di petto e di testa.
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