Attenderò dunque (segue a dir la Perozzi) con dolce ansietà la lettera di Ciro, che mi precisi (possibilmente) il giorno del suo arrivo, e che potrà pure dirigere a Macerata. Se ve ne sarà il tempo, gli risponderò: diversamente lo starò attendendo
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Tu pertanto, alla metà del mese (giorno più, giorno meno) partirai da Perugia, prevenendone prima quella Signora con lettera direttaAlla Nobile e Gentil Donna
Signora Vincenza Perozzi
Nata Marc.sa Roberti.
MACERATA.
Abbi però avvertenza di non segnare alcun tratto di penna, come sei solito, sotto il nome del paese, poiché ciò è cattivo stile e pecca di confidenza. Scrivendo a me o a vecchi amici questo segno di confidenza non nuoce, ma quella Signora tu ancora non la conosci.
Circa poi alla visita alla Sig.ra Rita, e intorno a tutt'altro, regolati secondo i consigli della tua Ospite, e non fallerai.
Non mi pare aver altro a dirti. Ti benedico dunque ed abbraccio di vivo cuore.
Il tuo aff.mo padre
P.S. L'opera al teatro di Apollo è andata bene, ma la prova sembrava promettere di più. Il balletto dura un'ora che pare un anno, tanto lo dicono insulso e insoffribile.
LETTERA 454.
A GIUSEPPE NERONI CANCELLI - S. BENEDETTODi Roma, 4 settembre [1843]
Gentilissimo amicoLa vostra lettera del 26 agosto giuntami il 2 corrente, mentre pure contiene affliggenti espressioni relativamente alle vostre da me assai compatite disgrazie, è sparsa nulladimeno di qualche confortante frase, accennando al diradarsi delle tempeste che finora vi travagliarono. Me ne consolo cordialmente con voi.
Circa poi al mio affare Trevisani mi dite in poche parole: vi vengo innanzi dopo il silenzio di più mesi e dopo esser vostro debitore di scudi ventuno. Se dunque, come pare, avete in mano scudi ventuno per me, perché, Neroni mio, non mandarmeli?
Vi è un altro punto su cui non mi avete risposto giammai, ad onta delle mie ripetute e forse anche moleste insistenze.
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