Nella vostra del 23 Xbre 1842 mi diceste avervi il Sig. Cinagli spedito dalla Cassa di Fermo un nuovo esatto conteggio sul mio sequestro contro il Trevisani, e mi prometteste di mandarmelo quanto prima. Non me lo avete poi mai spedito; benché ve ne abbia io sempre mosso preghiera. Ciò non richiedea, amico mio, altro tedio che d'includerlo in una della lettere che da quell'epoca mi avete scritte.
Credetemi: la mia amicizia per voi mi pone a parte dello stato d'inquietudine in cui mi vi siete costantemente mostrato; ma, caro Neroni, nella mia qualità di padre ho pure da compiere gravi doveri. Senza dunque infastidir più voi per chiarire queste benedette vicende colla Cassa di Fermo, vado a rivolgere le mie preghiere direttamente al Sig. Cinagli medesimo, presso il quale mi apre facili rapporti la mia qualità di Capo del Segretariato in questa general Direzione del Debito pubblico.
Nella seconda metà di ottobre spero di dare una fuggita a S. Benedetto per trattenermivi sole 24 ore a solo scopo di riabbracciarvi e farvi conoscer mio figlio. Avrò i giorni numerati e non potrò dimorarvi un minuto di più.
Il mio Ciro è attualmente a Perugia dove l'ho mandato in ottima compagnia a rivedere i suoi superiori e compagni di Collegio che non lo amano poco. Gli scriverò le gentili parole che mi avete dette per lui, e son certo che ve ne sarà grato come lo sono io che abbracciandovi mi ripeto sinceramenteVostro aff.mo serv.re e amico G. G. Belli
LETTERA 455.
A CIRO BELLI - PERUGIADi Roma, domenica 10 settembre 1843
Mio carissimo Ciro
Mi anticipo oggi questa risposta alla tua del 6, giuntami jeri, giacché dimani non ne avrei certo il tempo necessario.
Grandissimo e veramente consolante piacere mi hai fatto colle buone notizie degli ottimi Coniugi Micheletti, e col notificarmi le cortesi e sollecite attenzioni che ti vengono prodigando.
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