Bravo! Più se ne risparmiano e meglio si tira innanzi. I Torlonia e consorti debbono usare altrimenti; ma chi ne ha pochetti come noi...
Mi figuro la consolazione delle Sig.re Caramelli e Fiorelli nel decorare di medaglia i loro figliuoli. Se tu un giorno avrai moglie, come io desidero, conoscerai cosa è l'amore pe' figli.
Grati mi riuscirono i saluti del prof. Fioravanti. A quest'ora non sarà più costì; ma se mai tuttora vi si trova, digli amichevoli parole in mio nome.
Son riconoscente ai Nobili Carafa per la obbligante gentilezza dello averti prestato il lor legno. Saluta così essi come tutti gli altri, e specialmente il Rettore.
I gemelli, di cui mi chiedi notizia, stanno benino. Paoletto ha una certa sfogaz.ne pel corpo, che non dà però alcuna apprensione. Deve essere effetto del latte e del caldo.
I tuoi vasi stan bene come i gemelli. Ha fiorito il gelsomino rosso: prosegue la prodigiosa fioritura delle petunie: va aprendosi una datura di immenso e doppio calice.
Scrivo con una certa fretta perché orora, alle 2, vado a pranzo da Ricci. Saremo in 5 barbe, cioè il Sig. Lorenzo, il Canonico, Gigi, Pippo ed io. Marietta è a Frascati colle creature, e se ne hanno buone notizie.
Se ti volessi specificare i saluti di cui sono incaricato per te e le persone che te li mandano, dovrei prendere a mano altro foglio. Pensa a quanti conosci, e altrettanti sono i salutatori.
Mi pare di aver detto tutto. Conchiudo pertanto coll'abbracciarti e benedirti toto corde, tota niente et totis viribus meis: amen.
Il tuo aff.mo padre
LETTERA 456.
A CIRO BELLI - MACERATADi Roma, sabato 16 settembre 1843
Mio carissimo figlioAl conto che mi fai nella tua del 13, giuntami jeri dopo il mio ritorno dall'Uficio, ritengo che se io ti rispondessi oggi dirigendo la mia lettera a Perugia, essa vi arriverebbe nella mattina del lunedì 18 mentre tu dovresti trovarti a Fuligno.
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