Ti avrei voluto scrivere jeri, ma due motivi me lo impedirono. Consiste il primo nell'avviso che tu mi davi che la Sig.ra Perozzi mi avrebbe inviato un suo foglio nell'ordinario seguente a quello in cui tu mi spedisti il tuo. Io dunque lo aspettava jeri, almeno così facevo i miei conti, e perciò mi riserbava di rispondervi a tutti e a tutte le lettere in un colpo solo. Passò peraltro tutta la mattinata e nulla mi giunse; ed essendosi fatto tardi, qui entrò in ballo il secondo de' suddetti motivi. Io stava in letto, come vi sto anche oggi, con uno di que' soliti miei reumettacci, che, senza essere di grave conseguenza, mi seccano pure non poco. Deve al certo dipendere dal sensibile abbassamento di temperatura che è stato prodotto da varie pioggie cadute in questi ultimi giorni. Avvicinandosi adunque jeri l'ora della partenza del corriere, non mi sentivo in grado di fare una presciata (per dirla alla romanesca) onde mandare in tempo la mia lettera alla posta. Laonde rimisi la faccenda a questa mattina, come difatti adempio il mio proposito. Mi son quindi posto a scrivere alle 9 del mattino; e se più tardi, ma prima d'inviare la presente alla posta, mi arriverà qualche altra lettera di costì, avrò agio di riprender la penna e accusarne il ricevimento.
Intanto tu devi cominciare dal non metterti in pena pel mio incomodo, che non è di alcuna conseguenza. Pochi giorni di letto, di bibite, di dieta e di pazienza, bastano per rimandarlo al paese, come accadde nello scorso luglio. Dunque su ciò punto fisso e parola ferma, come una volta soleva dire la Sig.ra Cencia Perozzi, e forse costumerà dirlo anche adesso.
Mi dici che codeste Signore ti accolsero con moltissima cortesia, come già t'immaginavi. Io n'era sicuro al pari di te perché le conosco, e so che sono due buonissime impertinentelle, particolarmente quella Matildina che io non posso soffrire, e alla quale, se mi fosse vicina, darei due tiratine d'orecchie per isfogare la mia bile contro l'odio che essa mi porta.
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Sig Perozzi Sig Cencia Perozzi Matildina
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