Intanto, ignorando io il luogo della tua dimora, nel recente martedì 3 ti scrissi una lettera in due simili copie, inviandone una a Macerata ed una a Morro. Da essa apprenderai che io sono guarito, benché non possa dire per verità di sentirmi a mio modo. Il petto è sempre alquanto indolenzito, e provo un ingrato ardore interno. Questa circostanza, Ciro mio, unita a parecchie altre che poi ti svilupperò a voce (per non far qui una troppo lunga e minuta tiritèra), veggo che m'impediranno di colorire il mio favorito disegno di venire a riprenderti costì. Ho peraltro intenzione, e spero anche di potere effettuarlo, di arrivar sino a Terni per restarvi cinque o sei giorni al più. La mia idea sarebbe di partire di qui colla diligenza della sera di sabato 21 per giungere colà nella susseguente mattina del 22. Dipende però dal poter ottenere il posto nella detta diligenza. Nel caso contrario vedrò di rimediare con una vettura ordinaria; e ad ogni modo tra il 22 e il 23 mi lusingo di trovarmi in quella Città. Veramente mi duole di non poterti far compagnia, da codesti luoghi ove sei, sino a Roma. Ci uniremo dunque a Terni per fare insieme il resto del viaggio fin qui. Dispiacerà certo anche a te; ma quando conoscerai tutto, ragionevole come tu sei, converrai che io scelsi il miglior partito. Tu dunque potrai regolare il tuo ritorno sulle norme dell'esposto mio itinerario. Amerei, se fosse riuscibile, che ti trovassi a Terni al più tardi il 24, (all'estremo de' casi) il 25.
Di tuttociò non far palese a codesti Signori fuorché l'epoca nella quale io desidero che tu parta di costì per trovarti a Terni al succitato tempo. Del viaggio che io aveva progettato di fare per Macerata non farne parola. Puoi al più dire ad essi che se la mia salute e il mio impiego me lo permetteranno, darò forse una fuggita a Terni per vedere le poche tue possidenze e tornare a Roma con te.
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