Procura di star bene tu, e di approfittarti del bel tempo che sembra costante.
Ti benedico ed abbraccio di cuoreIl tuo aff.mo padre.
P. S. Ho udito che difficilmente la Papini andrà in iscena, e che si stia cercando un'altra Comprimaria, perché quella povera giovane alle prove non raccapezza niente. Me ne dispiace per essa, e più per Tancioni.
LETTERA 469.
A CIRO BELLI - TERNIDi Roma, (Venerdì Santo) 5 aprile 1844
Mio carissimo figlioSono le 10 antimeridiane, ed ecco la tua del 3 alla quale subito rispondo.
Mi piace la risoluzione che sembra fissata pel nuovo affitto di tutti i terreni col vantaggio che potrà aversi maggiore. Va bene, Ciro mio; tu sai che a questo progetto io inclinava, anziché all'altro di affittar parte dei terreni e parte tenerli a proprio conto. Questo ultimo partito può convincerci un'altra volta; ma per adesso i nostri affari non trovansi in uno stato sì fermo e regolare da permetterci di correre un rischio di perdere molto per la lusinga di guadagnare qualche cosa di più. Vale assai meglio per ora il poter contare sopra una corrisposta fissa e certa, onde controbilanciare i certi e fissi pesi che gravano il patrimonio. Quando le cose avranno assunto un aspetto di miglior andamento; e quando tu potrai vederti aperta innanzi agli occhi una carriera da cui sperare qualche personale profitto, allora converrà quell'espediente che oggi mi sembrerebbe troppo azzardoso. La prudenza è la miglior guida negli umani interessi.
Vedi? Anche a Terni vi sono poeti. E dove non se ne incontrano? I poeti son come le pulci, che crescono con la miseria. Avrei volentieri udito la prosa di Monsignor Tizzani. A proposito di poesia! Tu conosci che il mio mal di testa, divenuto oggimai abituale, mi ha mortificato al sommo la facoltà immaginativa. Eppure, nella sera di Mercoldì Santo feci, posso dire, un miracolo: lieve miracolo invero, ma nulladimeno un miracolo nello stato attuale della mia mente.
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