Agli altri andrò orora diramandoli. Intanto e lo stesso Biagini, e questi nostri parenti, e tutti coloro coi quali ho parlato dal giorno della tua partenza ti abbracciano di tutto cuore.
Salutami Riotti, la di lui famiglia, la Casa Vannuzzi, Babocci e Governa.
Io ti stringo al petto nell'ansietà di rivederti con me; e frettolosamente chiudo la presente per portarla alla postaIl tuo aff.mo padre
LETTERA 479.
A CIRO BELLI - TERNIDi Roma, sabato 12 aprile 1845
Mio carissimo figlioRicevo e riscontro la tua di ieri. Rifletti benissimo che per la scuola giorno più, giorno meno, sarà un danno lievissimo, da potersi poi in qualche modo riparare con un po' di applicazione di giunta, benché per verità tu non istai ozioso. Ma anch'io, se potrò esser buono a copiarti qualche cosa, ti aiuterò con mio sommo piacere; e tu poi darai una letta a quel che t'avrò scritto io. Altronde, giacché ti trovi in codeste parti per definire i tuoi affarucci, mi parrebbe sconsigliatezza il lasciarli sospesi; e tu sai quanto poco si riesca a combinarli per lettera. Dunque, poiché fan tempi sì perversi, val meglio che ti fermi anche oltre il lunedì, se le circostanze lo richieggono, e così quindi partire a cuore tranquillo. Al postutto deciderai come ti sembrerà più espediente, non essendo io mai per disapprovare le tue prudenti determinazioni. Ciò in quanto agli affari, e ci siamo intesi.
In questo medesimo corso parte una mia lettera responsiva a Mons. Tizzani, il quale avrebbe desiderato da me un componimento concernente le funzioni occorse nell'episcopio precedentemente al tuo arrivo costì. Non puoi, Ciro mio, farti un'idea del rammarico da me provato nel dovergli rispondere che nello stato della mia testa io possa applicar l'attenzione a simil bisogna. Gli ho scritto un interminabile foglio per impegnare la sua buona amicizia a credere alle mie parole, e non sospettarmi invece di tiepida volontà di contentarlo.
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