Un amico di Ciro scrisse allo stesso Ciro il 23 che in quella sera si aspettava a Roma Mons. Tizzani, il quale sarebbe andato a smontare a S. Pietro in Vincoli! Del motivo peraltro di un simile viaggio non ne diceva parola.
Checco mio, ti ringrazio delle partecipazioni che mi fai sulla pendenza Mazio-Balestra. Circa poi a quanto può riguardar me in questa faccenda, restiamo sempre intesi che io in casa Mazio mi tacerò costantemente e farò l'indiano, fintantoché non me se ne muova da essa qualche discorso; ed anche allora mi mostrerò nuovo di tutto, fuorché della semplice idea del Balestra di tornare a Roma, poiché di questa già da agosto mi prevenne Gigi ma senza aggiungermi nulla sul mio proprio particolare. In questo affare, lo ripeto, io non voglio prendere la iniziativa, per quanto i Mazio possano credere o sospettare che o tu o Biagini, entrambi al fatto della cosa, me ne abbiate dato qualche sentore per mia presente e futura norma, mossi dalla amicizia che, legandovi più a me che ad essi, debbono farvi tenere più dalla mia che dalla lor parte. E forse anche vi hanno essi svelato all'uno e all'altro qualche porzione de' loro progetti relativi a me in simile faccenda, onde voi due me li veniste a soffiare all'orecchio in confidenza per prepararmi l'anima e la lingua alle successive dichiarazioni. Ma io, dirollo anche una volta, starò sempre zitto e mi monterò sempre nuovo di tutto. E credo che né tu né Biagini abbiate mai fatto subodorare a que' nasi le notizie che siete venuti di tempo in tempo somministrandomi.
Possa il clima di Velletri contribuire al miglioramento della salute della Cardinali e ancor del marito!
Della morte della vedova Ricci e contemporanea malattia della di lei sorella mi aveva già parlato Gaetano; ed io corsi tosto col pensiero alla sventurata Nannetta Wellisareff, caduta sotto quest'altro dispiacere.
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